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L'opposizione del Pd passa da ambulanti e quota rosa

Il partito leccese, attraverso il segretario Marra, interviene sulla querelle che contrappone Monosi agli ambulanti di Piazza Libertini. No alla modifica delle quote rosa nello statuto provinciale

LECCE - Al Comune di Lecce riflettori puntati sul caso degli ambulanti di Piazza Libertini, dopo l'ennesimo incontro con l'assessore Attilio Monosi, definito dagli esponenti del Pd cittadino "infruttuoso". Ad intervenire sulla questione è il segretario locale del partito, Fabrizio Marra, che tiene a chiarire la propria posizione e quella del circolo che conduce: "Ero intervenuto - dichiara - qualche giorno fa sul punto, respingendo con forza l'idea di rinchiudere gli ambulanti nei locali ex Upim, sottolineando l'importanza della loro presenza nel centro storico, in primis in Piazza Libertini ed in ultima analisi in Piazzette e porte limitrofe".

"Tale considerazione - prosegue Marra - partiva dalla buona fede riposta nelle esternazioni dell'Assessore Monosi, il quale nelle diverse riunioni con gli ambulanti ed i consiglieri anche del PD parlava di non meglio precisati provvedimenti della Intendenza alle Belle Arti, che ponevano un problema di incompatibilità tra la presenza degli ambulanti e Piazza Libertini, per il suo valore storico artistico". Marra precisa come si sia appreso con il passare dei giorni che la fonte normativa cui faceva riferimento l'assessore Monosi sia "il noto e datato decreto ministeriale del 1983 che vieta qualsiasi struttura fissa o amovibile nell'area del Castello Carlo V, ricomprendendo anche Via Trinchese, Via XXV Luglio, Viale Marconi e Viale Cavallotti".

"È di tutta evidenza - asserisce il segretario del Pd leccese - che far gravare solo sugli ambulanti di Piazza Libertini, pretendendo lo spostamento degli stessi con una evidente disparità di trattamento, la necessità di valorizzare l'area in questione, non può trovarci in alcun modo d'accordo, poiché tale decisione risulta avulsa da un progetto generale che dovrebbe vedere, come giustamente fatto osservare dal portavoce degli ambulanti, eguali provvedimenti anche nei confronti di altri operatori commerciali ubicati nelle altre vie sopraindicate egualmente sottoposte a vincolo, che utilizzano strutture fisse o amovibili".

Marra, pertanto, ritiene opportuna la via della concertazione tra l'amministrazione e gli operatori commerciali, anche grazie "ad un ritrovato protagonismo del sindaco di Lecce che su questa vicenda, non avendo ancora preso una posizione chiara, appare ancora una volta il Primo cittadino di un'altra città".

E da Palazzo Carafa a Palazzo dei Celestini, il passo è breve: in discussione, le quote rosa dello statuto provinciale, dopo la proposta da parte della Puglia prima di tutto di una modifica dello strumento. E sulla questione, stamattina, è stato convocato presso il Coordinamento provinciale Pd, su sollecitazione del Presidente della IX Commissione consiliare, Alfonso Rampino, un incontro tra le amministratrici e le segretarie di circolo della provincia di Lecce, alla presenza dell'onorevole Teresa Bellanova e del gruppo consiliare del Pd a Palazzo dei Celestini, per discutere la richiesta di modifica dello Statuto della Provincia di Lecce circa le "quote rosa".

Tale proposta di modifica, avanzata dalla Puglia Prima di tutto, è stata stigmatizzata da tutti i presenti, ribadendo che pur essendo l'argomento attinente più che alla sfera normativa, alla sensibilità di chi è preposto a garantire le pari opportunità, non si possa correre il rischio di arretrare su una conquista dei precedenti governi provinciali di centro sinistra. Pertanto, dall'incontro è emersa chiaramente la linea politica da tenere sulla vicenda in seno al Consiglio Provinciale: lo Statuto non si cambia.

In riferimento all'azione posta in essere dalla "Casa delle Donne", il Partito Democratico, riconoscendo la bontà della attività svolta dalle stesse, in questo ultimo anno, condivide la loro presa di posizione ed auspica che siano tenute in debito conto le loro legittime rimostranze. Chiede altresì a tal proposito che parta un'attività di concertazione con l'Amministrazione Provinciale al fine di risolvere, nel migliore dei modi, il problema che si è venuto a creare.

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