La Poli Bortone ancora capo regionale di An

Non poteva essere diversamente. Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce per due mandati, uno dei quali ottenuti con votazione plebiscitaria, ex ministro, europarlamentare, è in Puglia la figura più autorevole di Alleanza nazionale. E non poteva non essere confermata alla guida regionale del partito di Gianfranco Fini. Onore ma anche l'onere di rimediare all'emorragia causata dalla rottura del senatore Francesco Storace con via della Scrofa. Perdita che avvicina An a un armistizio con l'europarlamentare Alessandra Mussolini, fondatrice e leader di Azione Sociale.
Un avvicinamento per compensare gli effetti della scissione causata da Storace. Conseguenze che si avvertono anche in Puglia, la regione di un uomo del dialogo quale fu Pinuccio Tatarella. Ieri gli storaciani hanno lasciato l'assemblea congressuale in segno di protesta.

Lei, la Poli Bortone, ha sostenuto di averci provato a mantenere unite le persone più significative di Alleanza nazionale. Il vicesindaco di Lecce si è detto dispiaciuta della rottura "perché Storace appartiene alla storia non dei momenti di gloria, di governo del centrodestra ma alla storia degli anni difficili, quando ciascuno di noi con passione ed emozione affrontava le piazze, si ritagliava i propri spazi nelle università occupate, promuoveva cortei". Altri tempi quelli del Movimento sociale italiano. Ora gli eredi di quel partito sanno governare e rivendicano posizioni prestigiose, altro che unione per l'opposizione. Per la Poli Bortone "un partito come An che si accinge a tornare al governo della Regione e della Nazione non può non porsi il problema di individuare percorsi credibili per la costruzione di un quadro più sereno nella travagliata area del Mediterraneo". Attendiamo allora gli sviluppi dell'idillio sbocciato fra gli aennini e i mussoliniani.