rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

“La prevenzione è donna”. Continua l’impegno della Lila Lecce

Si svolgerà domani 13 aprile, l'appuntamento inserito nell'Itinerario rosa del Comune, per ricordare l'importanza e la necessità di proseguire a parlare di un tema come l'hiv/aids, "relegato" solo nella giornata mondiale tematica

LECCE - Si svolgerà il 13 aprile, alle 19.30, presso l'Ammirato culturale House (via di Pettorano 3), a Lecce l'incontro “La prevenzione è Donna” inserito nell’Itinerario Rosa 2012 del Comune di Lecce – assessorato alla cultura e promosso dalla Lega italiana per la lotta contro l'Aids di Lecce.

Un incontro, al femminile, per ricordare quanto sia necessario e urgente continuare a parlare di un tema, a volte dimenticato come l'hiv/aids, e di cui si parla solo nella Giornata mondiale di lotta all'aids, il primo dicembre. L’appuntamento ripercorrerà la storia di Mariella, attraverso un reading, liberamente ispirato al libro “Il risveglio dell'anima” di Mariella Siviglia, una donna che ha scoperto di essere sieropositiva a soli 26 anni e che nel suo libro racconta il suo rapporto con la malattia.

Il reading che vedrà la partecipazione di Angela Albanese alla voce ed Emanuele Coluccia al piano, attraverso la musica intreccerà altre storie di donne per offrire inconsuete suggestioni e riflessioni. A fare da sfondo, l'installazione fotografica “Hiv/Aids. Lotta in corso. Io ci metto la faccia” con gli scatti a cura dell'associazione fotografica Obiettivi.

Oltre un centinaio infatti coloro che lo scorso anno hanno scelto di metterci la faccia per la Lotta contro l'Aids divenendo testimonial di uno dei cinque slogan, ciascuno dei quali è legato a un'emergenza in materia di hiv/aids. Sono giovani donne, ragazzi, padri, professori, studenti, attori, giornalisti… tutti insieme per lottare contro l'Aids promuovendo prevenzione e esprimendo solidarietà verso le persone hiv+ e i diritti che non raramente gli vengono negati.

“Lo sguardo, in particolare, è rivolto alle donne che - come sottolinea Viviana Bello, presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids di Lecce - per motivi biologici, socioeconomici o culturali sembrano essere da 3 a 8 volte più vulnerabili rispetto agli uomini al virus dell'hiv. Oltre la metà (53,8%) delle donne che vivono con l'Hiv, in Italia, scoprono l'infezione al momento della diagnosi di Aids. Ancora più grave è il dato per i giovani, e quindi anche per le giovani donne”.

La presidente della Lila evidenzia come queste le cifre preoccupanti siano fornite dal notiziario dell'Istituto Superiore di Sanità nell'anno 2011, dove si sottolinea “l’urgenza di incoraggiare l’adozione di comportamenti sessuali sicuri per le donne”. “Ad oggi – precisano dalla Lila - la gran parte delle trasmissioni avviene per via sessuale. Ci si infetta quindi il più delle volte per rapporti non protetti” ed è anche questo il motivo per cui continuano a denunciare la completa assenza delle istituzioni nel rendere disponibile il preservativo, sia maschile che femminile, efficace nel prevenire le infezioni oltre che le gravidanze indesiderate.

Così, mentre in tutto il mondo, singole città e intere nazioni distribuiscono gratuitamente Condom e Femidom (preservativo femminile), in Italia non si riesce neppure a parlarne. Un'attenzione particolare, per esempio, va riconosciuta al Femidom che di fatto rappresenta uno strumento di prevenzione dell'hiv e delle altre malattie sessualmente trasmesse utilizzabile dalle donne anche alcune ore prima dei rapporti sessuali.

Approvato dall'organizzazione mondiale della sanità già nel 1992, nonostante in ambito internazionale ci siano da tempo programmi specifici per la sua diffusione -come raccomandato dall'Oms e dall'Unaids, l'agenzia Onu che si occupa di hiv/Aids-, in Italia esso resta un oggetto praticamente sconosciuto e irreperibile (assolutamente assente dai consultori ginecologici, lo si può acquistare o ordinare in alcune farmacie, via internet, oppure nei sexyshop con un prezzo che non agevola la prevenzione).

Inoltre una buona regola nell'ambito della prevenzione al femminile è quella di fare il test, soprattutto se si sta programmando una gravidanza, consapevoli che un eventuale esito positivo oggi non implichi aprioristicamente la trasmissione del virus al feto in quanto “la somministrazione di farmaci antiretrovirali, il parto cesareo e l'uso del latte in polvere riducono sensibilmente il rischio di trasmissione dalla madre sieropositiva al figlio; contribuisce inoltre ad abbassarlo sino all'1%  anche la profilassi post-esposizione del neonato fatta con farmaci specifici”.

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“La prevenzione è donna”. Continua l’impegno della Lila Lecce

LeccePrima è in caricamento