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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Santa Cesarea Terme

Le terme di Santa Cesarea inondate da nuove polemiche

Un'interrogazione del consigliere Baldassarre solleva il rischio di logiche clientelari nella gestione delle terme replica Serra: "La nostra gestione ragiona su logiche aziendali, non politiche"

L'ombra di una gestione clientelare in piena campagna elettorale nella società delle Terme? È questo il sospetto alla base di un'interrogazione, presentata dal consigliere regionale, Raffaele Baldassarre, in accordo col direttivo di Forza Italia di Santa Cesarea, al presidente della Regione, Nichi Vendola e all'assessore al Turismo, Massimo Ostillio.

Sotto accusa, dunque, "un inusuale attivismo della Terme s.p.a.", (di cui la Regione Puglia è azionista di maggioranza e "il cui consiglio di amministrazione è composto anche da rappresentanti del comune di Santa Cesarea designati dalla maggioranza uscente"), ossia tutta una serie di attività societarie, quali "convenzioni stipulate con professionisti che si cercano di stabilizzare in rapporti a tempo indeterminato, pubblicazioni di graduatorie dei lavoratori, per il programma di assunzione della stagione 2008, ritenute "palesemente irregolari", "poco trasparenti", "non rispettose dei criteri adottati". Baldassarre ipotizza, dunque, che le attività circostanziate rimandino a logiche clientelari, nella gestione della società pubblica delle Terme, "a vantaggio di una parte politica cercando così di influenzare e condizionare il libero confronto democratico", in una situazione di avvicinamento alla scontro elettorale amministrativo.

Il consigliere regionale sottolinea come qualsiasi decisione iscritta nella razionalizzazione dei finanziamenti del piano industriale societario andrebbe adottata "dal c.d.a. d'intesa con gli azionisti", e che "queste decisioni non possano essere assunte se non dopo una completa, esaustiva ed esauriente relazione sull'attività svolta per ben tre anni dall'attuale consiglio di amministrazione. Solo una valutazione positiva espressa dalla proprietà sull'operato di quest'organo e del Presidente può legittimarlo a proseguire nella gestione della Società, che altrimenti andrebbe attribuita ad altre figure".

L'interrogazione richiede, dunque, chiarezza sulla verifica del piano riguardante la partecipata Terme di Santa Cesarea S.p.A., e che sia vietato alla stessa, in un momento particolarmente delicato come quello pre-elettorale, di adottare "atti e determinazioni irregolari, censurabili e dal tenore clientelare ed elettoralistico". Replica alle parole di Baldassare, Salvatore Serra, direttore del c.d.a. delle Terme s.p.a., rimarcando che la logica posta alla base della gestione della società si colloca nell'alveo delle "prospettive aziendali e non politiche".

Precisa Serra: "Riguardo alla presunta questione delle convenzioni stabilizzate, posso smentire e chiamare a testimonianza della mia posizione i sindacati, con i quali abbiamo raggiunto in merito un accordo; sulla pubblicazione di graduatorie, occorre dire che su richiesta e in accordo coi lavoratori, abbiamo stabilito le mansioni interne alle graduatorie; ma finora esistono solo bozze di graduatorie non deliberate dal c.d.a. in attesa di eventuali osservazioni e criticità". Alla critica di Baldassarre sull'abbassamento dei livelli di inquadramento dei dipendenti, Serra replica: "È un buco nell'acqua, oltre che cattiva informazione. Si delibererà nel prossimo c.d.a. sui livelli di provenienza ed inquadramento: esiste un verbale che lo conferma". Serra incisivamente precisa: "La nostra gestione ha permesso di far spendere i 17 milioni del programma iniziale, nella migliore allocazione delle risorse, sulla base di uno studio puntiglioso e puntuale dei costi e dei ricavi. La nostra accortezza salva la politica tutta, perché la nostra scelta ha permesso di rendere i finanziamenti corrispondenti alle finalità progettuali".

Continua Serra: "Mi sorprende che da un partito dove si dovrebbe guardare con favore alla logica industriale non si registri un plauso alla nostra amministrazione. E Baldassarre, nel suo ragionamento, è vittima della sua stessa accusa, perché ripropone lo stesso schema che a parole rifugge, ritenendo che una società debba ragionare in termini politici piuttosto che aziendali. Non gli importa, quindi, la razionalizzazione degli investimenti e delle risorse, ma la polemica politica". "Noi stiamo curvando tutte le aspettative trasversali della politica, - afferma Serra- perché ragioniamo in termini di crescita economica ed aziendale. Naturalmente, quando si presentano delle interrogazioni si presume che si conoscano le questioni su cui si argomenta. In questo caso, però, alcune affermazioni sembrano più frutto di una cattiva politica, fatta a colpi di slogan e discorsi da bar dello sport. Anche questo è legittimo, ma il confronto sui fatti è tutt'altra cosa. E io sono disposto a sottoporre al vaglio di chiunque sia interessato con grande serenità le carte che riguardano l'azione societaria".

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