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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

"Il postino non suona due volte". Sindacati denunciano gravi disservizi

Quattro sigle sindacali denunciano agli organi ispettivi tutte le criticità del servizio di recapito delle lettere, come conseguenza dei tagli e del piano di riorganizzazione aziendale

LECCE – Si scrive riorganizzazione del servizio postale, si legge disservizi e caos in tutta la provincia di Lecce. Questo, in estrema sintesi, il succo della denuncia portata avanti da 4 sigle sindacali (Slc Cgil, Slp Cisl, Failp Cisal e ConfSal) che hanno allertato Inail, Spesal ed Ispettorato del lavoro dei disagi vissuti quotidianamente dai postini. Disagi così importanti da ricadere, a cascata, sull’utenza finale: privati e imprese che ricevono la corrispondenza in netto ritardo – con tutte le conseguenze del caso – o che non possono prelevare denaro contante dagli sportelli bancomat durante l’orario di chiusura degli uffici postali.

Una situazione diffusa e tristemente nota, che i sindacati fanno risalire al momento in cui è iniziato il percorso di riorganizzazione dell’azienda che provocò consistenti tagli alle zone di recapito. I primi mugugni iniziarono nel 2012, allorché istituzioni e sindacati preannunciarono criticità ed inconvenienti ancora attuali: se n'è discusso proprio questa mattina nel corso di una conferenza stampa unitaria.

“La situazione dei portalettere è diventata assurda – spiega Salvatore Labriola di Slc Cgil -: i lavoratori sono sottoposti a vessazioni e pressioni (quali richieste anche obbligatorie di prestazioni straordinarie, raddoppio delle percorrenze stradali, gestione delle ferie non programmate), gravati da carichi di lavoro che non più compatibili con gli orari contrattuali ed i turni. La stima dei dirigenti sui carichi postali non era corretta: una sola persona che dovrebbe consegnare 40 lettere arriva a portarne almeno 100, 120 ogni giorno. I volumi della posta prodotti in provincia di Lecce sono stati sottostimati quando è avvenuta la privatizzazione delle Poste Italiane e ciò ha determinato un accumulo esorbitante della posta massiva che non si riesce a smaltire”.

Come se non bastasse, a seguito di un ulteriore sforbiciata alle zone di recapito, si è ridotto ulteriormente il numero dei portalettere che da 400 è sceso circa 250. Di contro, i sacchi di lettere e raccomandate continuano ad accumularsi, con buona pace di chi attende la loro consegna.

“I primi tagli risalgono al 2010, oggi con la partenza del progetto “recapito a giorni alterni” sono state chiuse altre 83 zone di recapito  - aggiungono Vito Immacolato della Cisl e Otello Petruzzi di Cisal -. I primi a pagarne le conseguenze sono i cittadini perché la corrispondenza, che prima arrivava quotidianamente, ora viene consegnata una volta alla settimana e le giacenze nei vari centri di distribuzione sono notevolissime”.

A ciò si aggiunge un altro problema, come puntualizza Paolo Morelli della Confsal Comunicazioni, relativo al massiccio invio in provincia di Lecce di personale proveniente da altre province o regioni: “Non si comprende il fenomeno perché l’azienda avrebbe potuto impiegare a tempo pieno il personale part-time, invece di spendere 150 euro al giorno per ricorrere al personale distaccato che non sta risolvendo il problema. Per non parlare delle difficoltà di gestione degli sportelli Postamat, interessati da numerose rapine, che sono fuori servizio proprio negli orari più comodi per il prelievo dei soldi da parte degli utenti”.

I sindacati, che già nel corso dell’ultimo sciopero nazionale del 4 novembre avevano denunciato “la svendita di un patrimonio pubblico”, stanno programmando nuove e più efficaci forme di mobilitazione sul territorio. Per salvare il salvabile e garantire un servizio efficiente.

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