rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

“Buona scuola per chi?”. Studenti in piazza contro la riforma, ma è un flop

Giornata di mobilitazione nazionale ma a Lecce la protesta non decolla: trenta ragazzi appena, presso Porta Napoli, hanno contestato la trasformazione della scuola in azienda, promuovendo una legge d’iniziativa popolare che vuole salvaguardare l’universalità del diritto allo studio

LECCE – Renzi si può tenere la sua “buona scuola”. Gli studenti di tutta Italia non ci stanno a subire i presunti ‘effetti collaterali’ dell’ennesima riforma firmata, questa volta, dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. E avvertono che, sul campo dell’universalità e gratuità del sistema italiano formativo (ovviamente pubblico), non arretreranno di un solo passo. E’ questo, infatti, lo slogan scelto dai ragazzi che oggi hanno manifestato il loro dissenso nelle principali piazze dello Stivale. Lecce compresa anche se, a onor del vero, la partecipazione degli studenti salentini è stata a dir poco risicata. All’appuntamento nei pressi di Porta Napoli si sono presentati poco più di trenta ragazzi, in rappresentanza di sette, otto scuole al massimo dell’intera provincia (Lecce, Galatone, Martano, Nardò e Galatina).

Esami, compiti in classe, condizioni metereologiche sfavorevoli e gite d’istruzione rappresenterebbero, a detta degli organizzatori, il maggior deterrente alla mobilitazione odierna. Nessun segnale di “resa” del territorio, dunque, ai diktat della politica nel campo della cultura, giurano i ragazzi che hanno già elaborato una  piattaforma di proposte alternative alle linee guide dettate dal ministro Giannini.

Ciò che non convince, innanzitutto, è il principio del “merito” applicato agli istituti scolastici, intesi alla stregua di società private, che incentiverebbe una competizione malsana tra i docenti. La logica del profitto, nelle intenzioni del governo, sembrerebbe ad un passo dallo straripare, al fine di travolgere definitivamente anche le ultime isole di democrazia rappresentate dalla cultura e dall’istruzione. Il rischio più grosso, evidenziato dagli studenti, sarebbe quello di una restrizione della platea dei beneficiari dell’istruzione pubblica. A tutto vantaggio dei privati, ben piantati al timone degli istituti scolastici paritari.

“C’è poco di buono nella scuola riformata da Matteo Renzi che mira a trasformare i presidi in manager aziendali che si arrabattano per intercettare i fondi dall’esterno, mentre i genitori che intendono iscrivere i propri figli in un istituto privato potranno godere di interessanti sgravi fiscali – commenta Matteo Sequestro, studente del liceo “Galilei” di Nardò - . Persino gli stage formativi, almeno nel caso degli istituti tecnici, saranno completamente gestiti dai privati con il rischio di ridurli a semplice lavoro gratuito e sfruttato”. Il dito è puntato anche contro il sistema Invalsi che valuta “semplici nozioni mediante un metodo di risposte a crocette, senza premiare la capacità critica e la qualità del ragionamento dei ragazzi”.

Su scala nazionale è stata elaborata una controproposta, contenuta in una legge d’iniziativa popolare,  che mira a sostenere il libero accesso ai saperi, ad incentivare la collaborazione tra i colleghi, a promuovere forme di didattica alternativa e sistemi di autovalutazione, senza escludere i giovani dalla gestione del sistema formativo.

A dare man forte ai liceali oggi erano presenti anche gli studenti universitari che non si ritengono immuni dalla questa “deriva”. “E’ inaccettabile questa intenzione del governo di tagliare fuori dal sistema pubblico più di 150 mila studenti: per questo noi di Link chiediamo che vengano istituiti dei cicli di Tfa anche nel corso dei due anni di regime transitorio- denuncia Leo Sergio, coordinatore di Link Lecce - . Per quanto riguarda le università, la retorica vuota del merito porterà alla distruzione degli atenei minori, costretti ad aumentare le tasse e chiudere interi corsi di laurea, a causa di questa distinzione inventata dal governo tra università di serie A e di serie B”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Buona scuola per chi?”. Studenti in piazza contro la riforma, ma è un flop

LeccePrima è in caricamento