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Vendola, critiche dal centrodestra: "Si ricorda di Lecce solo per il Puglia pride"

Alcuni esponenti salentini non hanno gradito le attenzioni rivolte alla manifestazione, ritenendo che il governatore sia assente per altre vicende. Mazzei: "Erosione, sanità e altro: non si esprime e non si presenta in Consiglio". Pagliaro: "Sfrutta questa vetrina nazionale solo a fini politici"

LECCE – L’annuncio lanciato dal governatore di Puglia Nichi Vendola che parteciperà all’evento conclusivo del “Puglia pride”, previsto a Lecce per sabato 28 giugno, smuove oggi diverse opinioni contrariate nel centrodestra. Dove più di qualcuno sbotta: Vendola a Lecce? Solo per quest’evento.

E’ il caso, per esempio, di un caustico Luigi Mazzei, consigliere regionale. Che dice: “Se per incontrare finalmente il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, bisognerà aspettare il Puglia Pride di sabato prossimo, vuol dire allora che parteciperò alla manifestazione per poter interloquire. Diversamente – aggiunge -, correrei il rischio, quand’anche consigliere regionale, di non poter mai parlare con lui. In tre mesi dalla data del mio insediamento in via Capruzzi non ho mai avuto il piacere di vederlo in aula”.

Secondo Mazzei, il segno evidente che Vendola sarebbe fagocitato dal particolare momento nel suo partito. “Le battaglie di carattere politico a livello nazionale e le questioni interne a Sel che va via via assottigliandosi – dice -, probabilmente lo impegnano a tal punto che sono ben pochi gli spazi attivi che riesce a riservare all’amministrazione della nostra regione”.

“Non è possibile – ribadisce Mazzei - che non si riesca ad interloquire con il governatore a causa delle sue continue assenze che lo portano a non frequentare il Consiglio regionale per rispondere alle tante domande che i cittadini pugliesi, attraverso i loro rappresentanti istituzionali, provano a rivolgergli senza fortuna”.

Ecco, allora, che Mazzei annuncia: a margine del Puglia Pride cercherà d’incontrarlo. “Sarà l’occasione per potergli parlare e per provare a spiegargli i disagi di un territorio che si sente fortemente penalizzato sia dalla sua scarsa voglia di incidere amministrativamente sulle sorti delle nostre comunità in affanno che dall’ormai imperante e debordante baricentrismo che sembra essere diventato la regola attraverso la quale il centrosinistra pugliese declina la propria politica dalla sanità ai trasporti, dal turismo all’economia”.

Lungo l’elenco degli argomenti in cui, secondo il consigliere di centrodestra, Vendola sarebbe latitante: “L’erosione costiera, la fogna bianca, la chiusura di centro sanitari di eccellenza come l’Imid a Campi Salentina, il taglio del budget alla sanità del territorio, le assunzioni di personale sociosanitario destinato al Salento (solo 29 su 1400), lo strabismo nei trasporti tra il nord Puglia ed il Salento, la diversità di trattamento tra la cittadella della Musica di Bari inondata di quattrini e la Casa della Musica di Lecce a firma Siza per la quale la Giunta, a giorni alterni, dichiara di non avere denari da investire, eccetera”.

Anche Paolo Pagliaro, presidente del Movimento regione Salento, non usa mezzi termini per attaccare il governatore di Puglia. "Abbiamo fatto la marcia anti-racket e del governatore neanche l'ombra. Le nostre coste subiscono il fenomeno dell'erosione e anche qui, Vendola non l'abbiamo visto. La produzione di uva da vino salentino è stata distrutta dal maltempo, la nostra sanità non è più un servizio e il diritto alla salute èuna chimera. Bene – dice -, neanche per questo Vendola si è fatto vedere in Salento.  E poi, inaspattatamente, ci sarà. Peccato che solo per il Puglia pride”.

“Avremmo preferito non venisse affatto – prosegue - neppure in quest’occasione per non sentire la differenza. Il Salento non è una terra di conquista per la propria vivibilità, noi abbiamo una popolazione che chiede di essere governata. E' incredibile che non abbia sentito l'esigenza di testimoniare la sua presenza in situazioni ben più delicate e di grande interesse per la nostra comunità, ma per questa manifestazione sì”.

“E' un'offesa a tutto il nostro territorio”, taglia corto Pagliaro. “Ci rendiamo conto che il gay pride sia una vetrina nazionale e, dunque, più utile a Vendola e alle sue ambizioni carrieristiche. Ma tutto ha un limite - conclude Pagliaro - e i salentini non hanno l'anello al naso né sono alla mercé di un politico senza scrupoli che ha usato la fiducia dell'elettorato per la sua scalata nazionale”. 

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