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Blasi rilancia: “Fusione tra i comuni più piccoli per servizi più efficienti”

Nel Salento si sono attivate diversi comitati: un progetto riguarda Melissano, Taviano, Alliste, Racale e Felline, un altro Squinzano, Campi Salentina e Trepuzzi e un terzo Corsano, Alessano, Tiggiano, Patù, Gagliano, Morciano e Salve

LECCE – Guardare oltre il campanile per assecondare i progetti di fusione tra piccoli comuni. E’ quanto chiede ai sindaci Sergio Blasi, ex segretario del Partito democratico pugliese e consigliere regionale, primo firmatario di una proposta di legge sulle aggregazioni delle realtà amministrative minori. La provincia di Lecce comprende, escluso il capoluogo, 97 comuni.

Nel Salento si sono attivati già da tempo associazioni e comitati che perseguono l’obiettivo della fusione tra centri minori: “5 campanili” lavora sul territorio di competenza per l’unione di Taviano, Melissano, Alliste, Racale e Felline; il comitato “Pro Terenzano” vorrebbe la fusione tra Campi Salentina, Trepuzzi e Squinzano mentre l’associazione “Gaia punta a riunire sotto un’unica egida amministrativa Morciano di Leuca, Patù, Gagliano del Capo, Salve, Tiggiano, Corsano e Alessano.

“Dopo l’abolizione delle Province – commenta Blasi - abbiamo davanti la sfida di una riorganizzazione istituzionale che non sia il risultato di una somma algebrica di enti e competenze ma che valorizzi finalmente le vocazioni dei territori, le loro peculiarità, le linee di sviluppo e specializzazioni sulle quali scelgono di puntare per affermarsi e competere”. 

Blasi di piccoli comuni se ne intende, dal momento che per anni è stato sindaco di Melpignano, centro della Grecìa Salentina che ha maturato una notevole visibilità grazie agli investimenti in politica culturale, in primo luogo con La Notte della Taranta: “Se è vero che la globalizzazione ha incoraggiato, pur all’interno di una visione globale, la riscoperta e la rinascita delle peculiarità locali, è ancor più vero che c’è bisogno di un assetto istituzionale che permetta a queste peculiarità di esprimersi, di essere riconoscibili. In primo luogo dagli stessi cittadini che le abitano.

L’idea è quella di rendere efficienti i servizi per una comunità allargata e diminuire i costi di gestione: “La Regione Puglia – conclude Blasi - ha il dovere di sostenere questo processo di semplificazione della vita dei cittadini e delle comunità locali. E i sindaci dei piccoli comuni pugliesi hanno il dovere di guardare oltre il campanile, verso un avvenire nel quale le comunità saranno vissute dai cittadini con maggiore consapevolezza”.

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