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"Legge Salvini": Salvemini, Schito, Stomeo per la linea del confronto col governo

Il Decreto Sicurezza preoccupa molti sindaci. Orlando e De Magistris annunciano la "disobbedienza", l'Anci vuole invece lo stralcio dei punti più contestati

LECCE – Tutti i sindaci della provincia di Lecce che fino ad oggi hanno preso posizione sul Decreto Sicurezza - non sono molti - sposano la linea dell’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia che ha sollecitato il governo ad aprire un tavolo per modificare quelle previsioni che si ritengono lesive di diritti inalienabili.

Così il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, la sindaca di Copertino, Sandrina Schito e i primi cittadini della Grecìa Salentina. Il nodo contestato è soprattutto il divieto di iscrizione all’anagrafe dei cittadini stranieri con permesso di soggiorno, il che determinerebbe secondo alcuni la violazione di alcuni diritti fondamentali, come quello alle cure sanitaria e al libero domicilio.

Rispetto a questa posizione di principio, ci sono alcuni sindaci – come De Magistris a Napoli e Orlando a Palermo – che hanno annunciato di voler disattendere il decreto in quella parte contestata, dando disposizioni in merito ai propri uffici. Non c’è molta chiarezza rispetto agli effetti pratici di questo atto di “disobbedienza civile” - può un sindaco costringere un funzionario pubblico a disattendere una legge, per quanto iniqua possa essere? – e comunque è maggioritaria la linea di chi vuole una trattiva politica finalizzata alla modifica.

Il sindaco di Lecce, dunque, pur apprezzando lo spirito e condividendo le preoccupazioni di Orlando e De Magistris, sostiene la linea Anci, espressa dal presidente Antonio Decaro (sindaco di Bari) “che ha messo in rilievo le difficoltà nelle quali si troveranno i sindaci in seguito alle disposizioni dell'articolo 14, proponendo un tavolo di confronto istituzionale che faccia chiarezza, nel rispetto dei principi costituzionali ai quali tutti noi ci sentiamo legati. Deve essere la Corte Costituzionale, e io auspico ciò possa avvenire al più presto, cioè l'organo che detiene il compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato, a pronunciarsi definitivamente sulla costituzionalità della Legge Salvini. Legge che io dal punto di vista politico giudico dannosa e sbagliata. Crea condizioni di maggiore insicurezza nella città; aumenta il numero delle persone che saranno per strada senza poter accedere a percorsi di inclusione; intacca il sistema dell'accoglienza, che rappresenta la necessaria infrastruttura che tutti noi abbiamo per gestire un fenomeno epocale come le migrazioni; esprime una visione di società nella quale non mi riconosco - una società della paura e della diffidenza, degli egoismi nazionali - nella quale non c'è posto per la solidarietà verso gli ultimi e i più bisognosi. per questo credo sia giusto contestarla in tutte le sedi proprie, con gli strumenti della lotta politica e non della disobbedienza civile”.

Sandrina Schito, sindaca di Copertino, eletta nel 2014 con il fronte movimentista della sinistra che riuscì a superare al ballottaggio la candidata del Pd è sulla stessa linea: “Condivido e sostengo la posizione espressa dal sindaco Antonio Decaro, presidente Anci e la Commissione Immigrazione della stessa, che già prima dell’entrata in vigore della legge, aveva manifestato unanimemente riserve sul provvedimento in oggetto. L’esperienza nelle nostre comunità ha permesso di constatare quanto il modello Sprar, tra quelli sperimentati, sia quello che riesca a coniugare le esigenze di sicurezza con quelle del rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano. E’ per tale ragione che sono convinta che debba essere ridiscusso il decreto stesso a livello legislativo, poiché così come formulato non può che portare ad effetti negativi sulla sicurezza delle comunità . E’ necessario che il ministro Salvini, incontri ed ascolti con attenzione le voci dei sindaci, al tavolo richiesto, con la certezza che l’interesse di tutti sia quello di migliorare e tutelare la qualità della vita delle nostre comunità”.

Ieri era stata diffusa una nota dal sindaco di Melpignano, Ivan Stomeo: “Siamo convinti - affermano i sindaci della Grecìa Salentina - che la norma così come è formulata, non riesca a tutelare i diritti delle persone e la sicurezza dei cittadini. Noi siamo in piena sintonia con Anci e con la Commissione Immigrazione della stessa che già prima dell’entrata in vigore della legge, ha manifestato unanimemente un parere negativo sul provvedimento. Da primi cittadini abbiamo potuto constatare quanto il modello Sprar sia quello che riesca a coniugare le esigenze, tutte legittime, di sicurezza con quelle del rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano. Per tale ragione chiediamo con forza l’apertura di un nuovo tavolo di confronto in sede ministeriale, che possa rivedere e risolvere le tante criticità del cosiddetto decreto Sicurezza, poiché così come formulato può portare solo ad unico risultato: quello di smentire il motivo per il quale è stato immaginato.  Chiediamo inoltre al Ministro dell’Interno, onorevole Salvini, di ascoltare con rispetto le rimostranze che noi rappresentanti delle tante città d’Italia stiamo manifestando, senza scivolare in inutili contrasti da campagna elettorale, certi che l’interesse di tutti sia quello di migliorare la qualità della vita delle nostre comunità nel rispetto dei diritti dell’uomo”.

Anche per i primi cittadini dei quattro principali comuni del Brindisino – il capoluogo, Mesagne, San Vito dei Normanni e Ostuni – ritengono le previsioni del decreto profondamente sbagliate, ma rispetteranno la legge.

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