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Lettera aperta dei dissidenti: "Ecco la nostra verità"

Gallipoli: Coppola, Fedele, Solidoro, Errico e Padovano spiegano le ragioni del divorzio dal sindaco Barba e delle loro dimissioni congiunte con l'opposizione

Hanno affidato ad una lettera aperta indirizzata ai cittadini di gallipolini le ragioni della loro scelta estrema di affondare l'armata Barba. Una scelta che i cinque dissidenti della maggioranza politica di Gallipoli hanno più volte definito "dolorosa" ma necessaria nel corso del loro incontro con la stampa di questa mattina all'hotel Bellavista. Dopo mezza giornata (quella di ieri) di riflessione e di "no comment", sono usciti allo scoperto Giuseppe Coppola, Francesco Fedele, Rosario Solidoro, Francesco Errico e Giancarlo Padovano, i cinque protagonisti principali che insieme agli otto consiglieri della minoranza hanno posto la firma decisiva per la caduta dell'amministrazione gallipolina ad un anno esatto dal suo insediamento.

Un atto dovuto e di coerenza quello dei "dissidenti" per spiegare alla città e all'opinione pubblica le ragioni di un gesto tanto plateale quanto, a loro dire, ormai ineluttabile. Una lettera aperta (letta interamente in sede di conferenza stampa dal consigliere Fedele), accorata e circostanziata che è diventata anche un manifesto pubblico già affisso sulle plance della città. E non finisce qui perché domani pomeriggio in diretta tv (sempre su Teleonda a partire dalle 16,30) i cinque consiglieri dimissionari, rispondendo agli incalzanti quesiti di Elio Pindinelli, continueranno la loro "confessione" pubblica e a spiegare ulteriormente le ragioni recondite della "rottura" definitiva con il sindaco Barba.

Sarà per loro la prima occasione per replicare quasi a caldo anche alle rivelazioni che lo stesso primo cittadino farà nella tarda mattinata nella "sua" conferenza stampa presso l'hotel Victoria. Per il momento le ragioni dei dissapori sono contenute nel testo integrale della lettera aperta dei dissidenti che riportiamo di seguito: "Abbiamo deciso di spiegarvi direttamente le ragioni che ci hanno spinto a fare una scelta dolorosa ma necessaria per il bene della nostra Gallipoli. In questo anno di amministrazione abbiano sempre sperato e voluto che si potesse dar voce alle tante valenti professionalità locali a lungo mortificate e messe da parte da una Giunta forestiera che ha dimostrato nel tempo scarsa aderenza con la cultura, le tradizioni e il modo di essere di noi gallipolini".

"Abbiamo sempre sperato che in ciò il senatore Barba si ravvedesse, tornando indietro su passi che lo stavano portando in quel baratro formatosi strada facendo dall'assenza di iniziative, dalla perdita di eventi importanti per l'immagine della città (vedi il Premio Barocco), scelte dispendiose e poco apprezzate (vedi i circa 300 mila euro per una sfilata di moda e un concerto), stravolgimento del Carnevale, cancellazione della "focareddha", e la messa in dubbio della Festa di Santa Cristina; senza contare poi l'abbandono dei commercianti (il caso delle mancate autorizzazioni per il suolo pubblico lampante, i fondi regionali perduti (Pirp), e le lamentele venute dalla periferia e dal centro storico rimaste inascoltate. Atti ed iniziative di un'amministrazione che non ha capito ne recepito il comune sentire dei gallipolini. Abbiamo sempre sperato in un cambio di rotta, anche accantonando le ripetute e gravi offese personali (da scaldasedie, a ladri, a cani senza padrone, ad accattoni tanto per citare quelle di cui si ha più memoria...), perché abbiamo voluto salvaguardare lo spirito di coalizione, tenendo fede a quel mandato ad amministrare che voi cittadini ci avete, generosamente, consegnato".

"Purtroppo la nostra realtà è stata messa a dura prova, fin dal primo giorno, ed è stata ripagata in questi dodici mesi con indifferenza e con la pervicacia di un sindaco che ha voluto a tutti i costi dare credito a professionalità forestiere, ignorando le tante valide risorse interne. Anche lo stesso rimpasto di Giunta realizzato solo per carpire il nostro voto sul Bilancio, ottenuto faticosamente dopo una lunga mediazione e con cui si era ottenuta una squadra con professionalità locali, si è rivelato una bolla di sapone, visto che la mancata assegnazione delle deleghe per oltre dodici giorni altro non era che un modo maldestro di prendere tempo e premiare i soliti tre, intoccabili, forestieri che avrebbero avuto ruoli e posti determinanti nella gestione della cosa pubblica per la modica cifra di circa 250 mila euro. Evidentemente chi pensava che volessimo tutelare solo il nostro tornaconto e non davvero la "gallipolinità", è rimasto fortemente deluso".

"Di fronte a questa ennesima provocazione contro Gallipoli e le nostre professionalità abbiamo detto basta! La misura si è colmata; la pazienza ha raggiunto il suo limite, e abbiamo scelto di ridare dignità alla Città, che non poteva sopportare oltre un affronto di tal genere. Riteniamo di aver reso un servizio a Gallipoli pur avendo operato, va detto ancora una volta, una scelta che ci costa sacrificio perché restiamo uomini fortemente ancorati alla nostra coalizione e ai valori del centrodestra. Già prevediamo comunque la risposta a questo manifesto: vi racconteranno di ricatti, richieste, e appetiti non soddisfatti. E' il solito disco rotto, per di più, che sentiamo da un anno. Crediamo che il tempo galantuomo aiuterà a farvi comprendere chi vi parla con onestà intellettuale e amore per la città, e chi invece cerca di nascondere con valore e stereotipi un fallimento più volte annunciato, frutto solo di scelte verticistiche e auto-celebrative che la città ha sempre faticato a comprendere".

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