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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Lorenzo Ria stoppa il Pd: “No al ‘Grande Salento’. Lecce resti l’epicentro”

L'esponente dell'Udc, già numero uno a Palazzo dei Celestini, boccia l'idea di un'area provinciale, rilanciata dal partito salentino con Taranto capoluogo: "La nostra provincia è un ente che non ha mai sofferto di isolamento"

LECCE – Se l’idea di una Regione Salento aveva visto in Lorenzo Ria la figura più lontana ed avversa, la proposta di un’area del Grande Salento non sembra comunque scaldare il cuore del deputato salentino, in quota Udc, che replica al Pd provinciale sulla materia e boccia come “sorpassato” il progetto.

“Apprezzo che il Pd salentino – chiarisce in una nota - sia sceso in campo per tirare le orecchie alla Regione, che ancora non ha posto rimedi al vuoto normativo in materia di associazionismo tra enti locali. L’assenza di una legge sulle forme di gestione associata delle funzioni, infatti, è un vulnus per tutte le amministrazioni locali pugliesi, che fino ad oggi non hanno avuto un faro legislativo di riferimento e hanno agito in autonomia”.

“Tra pochi mesi – prosegue -, però, tanti Comuni saranno chiamati ad unirsi obbligatoriamente per gestire insieme le funzioni fondamentali e il fatto che ancora manchi una legge regionale sulla materia costituisce una grave inadempienza della Regione, che è ferma alla legislazione degli anni ’70”.

“Allo stesso tempo – aggiunge Ria -, però, non riesco a condividere lo slancio del Pd nei confronti dell’ormai superato progetto di Grande Salento, che vedrebbe le tre province unite con Taranto capoluogo. È vero che le province, per sopravvivere in tempi di spending review, devono affermarsi come soggetti di governo ‘di area vasta’, ma non vuol dire che quanto più l’area è vasta, meglio la si governa”.

Secondo Ria, infatti, se si guarda alle nuove funzioni fondamentali delle province (pianificazione territoriale, ambiente, trasporti e rete scolastica) è facile notare come queste competenze possano essere esercitate bene “solo se c’è un radicamento forte dell’istituzione sul territorio”: “La Provincia, dunque – evidenzia -, nella sua nuova accezione post-riordino, avrà funzioni prettamente amministrative e ad amministrare non può essere un ente così grande come quello auspicato dal Pd”.

“Senza contare – ribatte - i disagi e le complicazioni che ne deriverebbero per i cittadini del nostro territorio, sempre più lontani, idealmente e fisicamente, da questa nuova idea di Provincia. E non basterebbe nemmeno sistemare strategicamente gli uffici periferici, perché il cittadino ha bisogno di confrontarsi con una istituzione completa, presente e viva sul territorio con i suoi uffici e i suoi rappresentanti politici”.

Per Ria, appare difficile che il Salento e i suoi cittadini vogliano fare a meno della Provincia di Lecce, che “negli ultimi decenni non solo non ha mai sofferto l’isolamento di cui oggi ha paura il Pd, ma è stata sempre in grado di promuovere il nostro territorio meglio di qualunque altro ente, portando un incredibile indotto positivo in termini di buona amministrazione e creando da zero il marchio Salento che oggi questi slanci in avanti rischiano di annacquare”.

A questo, l’esponente Udc e già numero uno a Palazzo dei Celestini, somma il fatto che tanti comuni del brindisino (Torchiarolo, San Vito dei Normanni, San Michele Salentino etc…) abbiano già deliberato la loro preferenza per la provincia di Lecce: “Questo – ammette - significa che essa è considerata un riferimento anche al di fuori dei confini amministrativi”.

“Piuttosto – asserisce in conclusione - dovremmo cogliere l’occasione del riordino per cambiare il nome della nostra provincia in ‘Provincia di Lecce e del Salento’, così da rendere finalmente istituzionale una identità che è tutta nostra e ci caratterizza nel mondo”.

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