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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Centro / Viale XXV Luglio

Manifattura tabacchi ed Omfesa: la rabbia dei lavoratori blocca la città

La protesta dei dipendenti dell'azienda Ip srl e dei metalmeccanici paralizza il traffico:"Non veniamo pagati da mesi e vogliamo risposte". Un super lavoro per la Prefettura alle prese con diversi nodi aziendali da sciogliere

 

LECCE - “Sono otto mesi che non lavoriamo, chiusi in una sede fantasma. Politici dove siete?”. I lavoratori Ip srl (già Korus) transitati nella nuova azienda in seguito al piano di riconversione della ex Manifattura tabacchi, non sanno più con chi prendersela. O forse sì.

Qualche idea in più su chi siano i presunti responsabili (o complici) di una riconversione “mancata”, come denunciato da più parti, adesso ce l’hanno. Dopo mesi di attesa, la loro fiducia nelle parole e persino negli accordi sottoscritti in diverse sedi istituzionali (il principale, quello del dicembre 2010 firmato da British American Tobacco e sindacati presso il ministero dello Sviluppo economico) si è sgretolata. Hanno speso nell’ozio le loro giornate all’interno di uno stabilimento vuoto in cui, a loro dire, campeggiava un solo macchinario spento, in attesa che la produzione di manufatti di alluminio partisse. Magari non a pieno regime visto che, a quanto pare, mancano le condizioni di mercato qui, nel Salento, ma partisse.

Ad oggi, ancora nulla e gli operai che sono stati assunti in questa nuova azienda senza averlo chiesto, urlano allo scandalo. Al “bluff”. E durante la protesta inscenata di fronte alla Prefettura di Lecce, che potrebbe proseguire ad oltranza, rivolgono i loro cori contro l’amministratore di Ip srl, il senatore Pdl Filippo Piccone.

Il segretario provinciale Faims Cisal, Fernando Vergine, nel ripercorrere le tappe dell’annosa vicenda culminata in tre mensilità di stipendio arretrate, non ha peli sulla lingua: “Il responsabile aziendale dovrebbe essere il primo, in qualità di senatore della Repubblica, a rispettare le regole. Ad oggi possiamo dire che tutti gli accordi presi sulla carta si son rivelati delle bufale, così come la promessa di trasferire i macchinari da Sabaudia per cominciare a lavorare già a settembre”.

Gli stessi operai si son rifiutati di accompagnare i sindacati nel colloquio odierno con il capo di gabinetto Guido Aprea: l’ennesimo incontro che si è tenuto sulla vertenza “ex Bat”, in cui si è tornati a chiedere, anzi “pretendere”, la presenza del colosso britannico delle sigarette nel prossimo vertice ministeriale fissato per il 17 settembre. Una piena assunzione di responsabilità perché “se le imprese subentrate nella manifattura, Ip e Hds, non sono in grado di garantirci un’occupazione, noi che siamo stati mandati qui o lì senza un criterio, senza una vera selezione, abbiamo diritto di transitare in un’altra azienda. Seria. Senza prese in giro”.

Se il rischio di una guerra tra poveri è sempre dietro l’angolo, sulle loro teste incombe lo spettro di quanto accaduto nell’azienda Hds che ha messo 22 dipendenti in regime di disoccupazione. “E non dimentichiamo che le tre aziende coinvolte nel piano di riconversione, Iacobucci compresa, hanno goduto di incentivi di varia natura”, incalza il sindacalista Cisal.

Ma il blocco stradale in via XXV luglio, oggi, non è imputabile solo a questi lavoratori. Sull’altro lato della strada si consumava, infatti, la protesta dei dipendenti dell’azienda “Omfesa”, evoluta in un corteo che ha solcato le vie del centro cittadino per ritornare alla base. La vertenza dei metalmeccanici di Trepuzzi è altrettanto nota: i mesi di stipendio arretrati ammontano a quattro. E, soprattutto, i lavoratori non sono pronti a scommettere un solo euro sulla possibile prosecuzione dell’attività.

La crisi di liquidità interna dichiarata da Omfesa appare senza soluzione mentre la Prefettura continua le trattative con le banche per scucire l’accesso al credito necessario. Sull’altro fronte, persino il tentativo di accordo con la principale commessa dell’azienda addetta alla lavorazione e manutenzione delle carrozze passeggeri, Trenitalia, secondo il delegato Cisl Francesco Romano, si potrebbe risolvere “in una presa in giro”. “Il responsabile Omfesa vorrebbe utilizzare quei soldi, circa 350 mila euro, per saldare una parte dei propri debiti e saldare alcuni anticipi e acconti di stipendio agli operai.- spiega Romano - Quei soldi dovrebbero, invece, bastare a coprire tutte le mensilità arretrate dalle maestranze”. Secondo la fonte sindacale, a giorni dovrebbe riunirsi il consiglio d’amministrazione e “per i dipendenti è stata prospettata anche l’ipotesi di mobilità”. 

Lavoratori davanti alla Prefettura

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