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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Viale dell'Università

In corteo, la rete dei cinquecento antirazzisti. "Espulso" Martella

Sfilano in tanti per ribadire solidarietà al popolo senegalese e contro ogni forma di discriminazione, dopo i fatti di Firenze e Torino. Il consigliere comunale, ospite sabato scorso di Casa Pound, estromesso dal corteo

LECCE - In cinquecento persone per urlare il proprio “no” ad ogni forma di discriminazione e per stringersi in una rete “visibile” di antirazzismo, dopo gli inquietanti episodi di Firenze e la strage al mercato di due senegalesi, con un terzo ferito gravemente, compiuto da un esaltato di estrema destra, militante di Casa Pound. Per ricordare Samb Modou e Diop Mor, si sono dati appuntamento in tanti, per un corteo silenzioso, un fiume umano, per metà costituito da donne e uomini di colore, che da anni vivono nel Salento e sperimentano in prima persona la quotidianità dell'integrazione. Insieme a loro, molti cittadini comuni, studenti di diversa età, tutte le sigle antifasciste, i sindacati ed alcuni rappresentanti politici ed istituzionali, tra cui la vicepresidente della Regione Puglia, Loredana Capone, l’assessore alle politiche sociali della Provincia, Filomena D’Antini, con il consorte, Vittorio Solero, consigliere comunale leccese; e ancora, Carlo Salvemini, candidato alle primarie del centrosinistra a Lecce, Fabrizio Marra, segretario cittadino del Pd e i dirigenti di di Sel e della Federazione della sinistra. Inoltre erano presenti i responsabili provinciali di Italia dei Valori e dello Sportello dei Diritti, tra i principali fautori dell'iniziativa. Tutti insieme per ribadire fermamente i valori dell’accoglienza e dell’integrazione.

Eppure la manifestazione, partita da Porta Rudiae, ha subito registrato un episodio destinato a far discutere: all’altezza di Viale dell’Università, alcuni manifestanti hanno riconosciuto il consigliere comunale Roberto Martella, invitandolo caldamente ad uscire (per la cronaca, l'esponente del centrodestra si trovava alle spalle dello striscione dello Sportello dei diritti). È noto, infatti, che l’esponente del centrodestra leccese ha partecipato all’ultima discussa assemblea di Casa Pound, tenutasi in Via Pozzuolo, solo una settimana fa.  Alla base di questa forte richiesta, non andata per il sottile ed espressa con una certa violenza verbale, una considerazione: non si può allo stesso tempo sostenere le ragioni di Casa Pound e quelle dell’anti-razzismo. Una contraddizione troppo evidente, oggi, per non essere notata, alla luce del gesto folle di Gianluca Casseri, vicino all’esperienza dell’estrema destra neofascista. Il consigliere Martella, pertanto, messo alle strette, ha dovuto abbandonare il corteo, che poi è andato avanti, senza altre interruzioni. Ad aprire la manifestazione, le gigantografie dei due senegalesi colpiti a morte e di Moustapha Dieng, il terzo, ferito gravemente.

1712201e-2Durante il corteo, sono stati distribuiti volantini di denuncia, dove viene ribadito l’invito ad attivare le coscienze contro le conseguenze degli anni di propaganda razzista, fomentata da alcune forze politiche di destra e dalle organizzazioni dichiaratamente neofasciste, con riferimento sia alla strage di Firenze che al pogrom di Torino di soli 4 giorni fa: “Ciò che sta avvenendo – si legge - in questi giorni nelle diverse parti d’Italia non possono essere considerati singoli episodi scollegati tra loro ma sono la drammatica conseguenza del razzismo strisciante presente nella società italiana. La violenza razzista che oggi investe l’Itala non è nata dal nulla. C’è un filo rosso che tiene insieme le leggi repressive con le quali in Italia e in Europa i diversi Governi si approcciano al fenomeno migratorio e gli atteggiamenti xenofobi rilevabili in una parte della società civile italiana ed europea. Un insieme di scelte politiche che hanno inferto profonde ferite alla civile convivenza del Paese”.

Per questo, i manifestanti invitano alla “condanna unanime” per segnare “un'inversione di tendenza rispetto al clima di odio e violenza razzista che si sta vivendo”: “Siamo al fianco dei cittadini migranti – si legge ancora in conclusione - per fermare le forme di razzismo istituzionale e la violenza dei settori più reazionari della società civile. Auspichiamo la ripresa di una grande mobilitazione della società civile che ponga al centro delle proprie rivendicazioni la costruzione di una società libera da ogni odio e discriminazione dove si affermi la convivenza pacifica e l'armonia tra le persone, vogliamo vivere in una società dove le culture delle differenti popolazioni si possano incontrare, convivere e ‘meticciarsi’”.

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