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Marcia No-Tap a Cinque stelle. Grillo show: “Se arriva l’Esercito, noi mettiamo il nostro”

Partito dalla piazza di San Foca, un corteo di circa 200 persone ha raggiunto le altre centinaia a Melendugno. Sul palco, oltre al leader del movimento penatastellato, anche i parlamentari salentini, un esperto di energia, imprenditori locali e l'oncologo della Lilt Lecce

MELENDUGNO – Dal meetup al No Tap. In circa 600, forse più,  si sono dati il rendez-vous in piazza Sandro Pertini, a Melendugno, dopo una marcia partita da San Foca nel primo pomeriggio, con l'equipaggio di slogan e strisconi. Per poi “approdare”  tra musica folk e pizzica anti gasdotto, nel comune più inquieto del Tacco. L’iniziativa, promossa dai “No Tap No fossili” che nulla ha a che vedere con il più “tradizionale" comitato locale “No tap“ (il quale ha, invece, preso le distanze dall’evento per evitare strumentalizzazioni politiche, ndr), si è conclusa con applausi, urla e qualcuna delle attese battute di Beppe Grillo.  Dove l’odio per il gasdotto, per loro che sono a “cinque stelle”, si è trasformato in un inno al sole.

Perché è di energia che si è parlato in quella piazza, dalla parvenze di una sagra di fine estate, più che incontro politico. Grillo, infatti,  ha salutato frettolosamente il pubblico, prima di darsi ai “gargarismi con le orecchiette”. “Qui non si sta parlando soltanto di un tubo. Il punto è che si compra il gas in estate, quando costa di meno, per poi rivenderlo a prezzi maggiorati in inverno. L’onestà torni di moda,  – si è augurato – dateci “negawatt” invece di megawatt”.

“Renzi non mi rappresenta”, ha proseguito. E questo già si sapeva. Ma ha fatto partire un lungo appaluso da parte di tutto il pubblico che, evidentemente, dall’attuale premier proprio non si sente rappresentato. “Non dobbiamo fare gasdotti, ma aprire aziende per la produzione di lampadine a basso consumo, o specializzate in efficienza energetica. Il carburante del futuro è l’intelligenza”, ha urlato dal palco, prima di passare la parola a un docente dell’università “La Sapienza” di Roma.

Anche Livio De Santoli, ingegnere meccanico e professore ordinario, era infatti a Melendugno per puntare il dito contro il “progetto strategico” di Tap. “Ci hanno spiegato che il gasdotto fa parte di un progetto strategico per l’energia. Ma come può esserlo se utilizza una fonte come il gas di cui oggi non si sente nessuna necessità. I 10 miliardi di metri cubi all’anno che dovrebbero arrivare tramite il gasdotto, tanto per cominciare, dovrebbero raggiungere il doppio del quantitativo di gas già a nostra disposizione. Ma, soprattutto, quegli stessi 10 miliardi di metri cubi come potrebbero sopperire all’eventuale chiusura dei rubinetti da parte della Russia, che invece ne dispone di 60, di miliardi?”, ha dichiarato De Santoli. “La transizione energetica, - ha aggiunto- non si fa con il gas, ma tramite una penetrazione coerente delle fonti rinnovabili. Io accumulo energia già in casa, e quel surplus lo cederò ai vicini. E così via”.

Di parere analogo anche Alfredo Fasiello, questa volta presente sul palco nelle vesti di imprenditore salentino, direttamente colpito dall’eventuale presenza del tubo della discordia. “Spingono i turisti a venire in vacanza in un Salento che ora vogliono toglierci, - un altro importante mezzo sarà quello di rivolgersi alla magistratura”. I vigili del fuoco che hanno stilato un documento tecnico dell’area interessata, dove Fasiello gestisce un noto lido, hanno indicato nei centro metri, a destra e a sinistra, la distanza di sicurezza entro la quale dovrebbero sorgere le attività commerciali. Pensiamo alla svalutazione immobiliare, ai posti di lavoro che salteranno. Ma dove sono i referenti di Confindustria Turismo del posto? Dove i portavoce della Camera di commercio?”. Assieme a Fasiello, anche un’altra testimonianza da parte del mondo dell’imprenditoria: Saverio Scattaglia, produttore di un liquore pugliese. “Tap ha pensato di inserire all’interno della Fiera del turismo di Galatina, un workshop sul tema: “Turismo e gasdotti”.

In un’escalation di emotività, il microfono è passato a Giuseppe Serravezza, medico e portavoce di Lilt Lecce, la Lega italiana lotta ai tumori. L’oncologo, sin dai primi vagiti della lotta salentina, ha aderito al “No tap”, chiedendo una valutazione del danno sanitario che una simile infrastruttura arrecherebbe. “Non basta il certificato di Via, la valutazione di impatto ambientale, questa è ormai una regola che anche l’Arpa (Agenzia regionale prevenzione e ambiente) ha già fatto sua. Sulla base dei recenti studi epidemiologici, lo stato di salute dei salentini non può più permettersi pressioni di carattere ambientale”. Ha concluso il suo intervento tra scrosci di applausi e commozione. La sua e quella di chi era al di sotto del palco.IMG_1083-4

Anche i portavoce dei “Cinque stelle”  dei capoluoghi pugliesi hanno detto la loro. Vi erano quelli leccesi, ovvio. Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi e Daniela Donno, assieme al deputato Diego De Lorenzis. Da Bari a Foggia, da Brindisi (rappresentata anche dal movimento “No al carbone”) a Taranto, tutti si sono detti preoccupati per le sorti una regione già martoriata da mostri industriali. Da bestie ingombranti di cui nessuno intende più pagarne lo scotto. E nessuno, soprattutto, intende fungere da pattumiera per scelte di multinazionali che giocano a favore di interessi di una manciata di "ad", a scapito di un’intera comunità. Che ha già detto “no”.

“Restiamo uniti in questa battaglia”, con queste parole  ha salutato Melendugno Grillo. “La Tap non la faranno mai. La polizia, i carabinieri, la Digos sentono che il vento sta cambiando. Sento che li avremo tutti a favore. E se qualcuno metterà l’Esercito, noi metteremo il nostro”.

Da San Foca a Melendugno, le fasi della marcia "No Tap"

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