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Marino: "Il Pd chiarisca in modo netto la sua identità"

Intervista al senatore Marino del Pd, che parla di laicità, del futuro del Pd, di energie rinnovabili e di temi eticamente sensibili. E su Vendola: "Un leader capace di interpretare il cambiamento

LECCE - Genovese di nascita, Ignazio Marino, è un medico affermato, che ha scelto di portare le proprie competenze nella politica italiana: esponente del Pd, senatore dal 2006, è Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, nonché membro della Commissione Igiene e sanità del Senato della Repubblica. Ieri, la sua presenza a Maglie, sulle tracce di Aldo Moro, per un incontro con gli studenti del Liceo "Francesca Capece", e per una serie di appuntamenti nel Salento, è diventata occasione per un confronto su alcuni temi del dibattito politico.

Senatore Marino, da più parti si annuncia una fase di declino del modello berlusconiano, con delle avvisaglie che interpellano la società: in questi segnali di crisi, la sensazione è che il Partito Democratico faccia ancora difficoltà ad intercettare il senso dell'essere alternativi a quel modello e motore di un reale cambiamento per il paese. Come si spiega questo dato?

"Il Partito Democratico nasce da una grande intuizione, direi che proprio qui a Maglie, passeggiando ed osservando questa interessante statua di Aldo Moro con la copia dell'Unità sotto braccio, trova ancora maggiore visibilità, parlo, insomma, della sintesi di quello che è il pensiero cristiano e quello che è il pensiero socialista, tradizioni importanti del secolo passato che hanno dato origine al Pd. Ora, però, il Pd deve definire con chiarezza la sua identità, deve essere in grado di avere una posizione netta su temi importanti per le persone come il lavoro: io credo, ad esempio, che non sia davvero più rimandabile una revisione dello statuto dei lavoratori. Non è possibile in un'epoca come quella attuale lasciare senza nessuna protezione 4milioni di precari nel nostro paese. Io penso che se il Pd avrà una voce unica su temi come il lavoro, l'ambiente, l'economia, una scuola pubblica, una sanità pubblica, la difesa dei diritti delle persone, della laicità dello stato, credo che riuscirà ad attrarre verso di sé tantissime coscienze e sensibilità del nostro paese. Questo è il compito più immediato ed urgente che abbiamo, verrà dopo quello di definire le alleanze".

Nella sua campagna congressuale, lei si è fatto portavoce ed anima della richiesta di attenzione a tematiche fondamentali come l'identità e la laicità dello stato all'interno del Pd: a che punto è quel percorso?

"Mi auguro che il primo appuntamento, quello della discussione in aula a Montecitorio delle legge sul testamento biologico trovi un Pd unito e compatto: io lo dico senza mezzi termini, non vorrei vedere voti che si ispirino al cosiddetto concetto della libertà di coscienza. Imporre ad un'altra persona sulla base della propria cultura, delle proprie convinzioni, della propria fede, un trattamento medico non è libertà di coscienza, ma sopraffazione della libertà di un altro individuo"

Come giudica un uomo che vive a Roma e che segue da lontano le vicende pugliesi il fenomeno Vendola?

"Nichi Vendola è un leader di grande carisma, con il quale condivido in larghissima parte la visione della società: noi abbiamo bisogno di interpretare una società che è profondamente cambiata, dove il mondo del lavoro oggi non può più essere quello regolato da norme studiate nel secolo passato, dove il welfare, le pensioni, la sanità devono tener conto che la vita media delle persone, negli ultimi cento anni, è quasi raddoppiata. Insomma, dobbiamo sapere interpretare la realtà con strumenti e programmi diversi e credo che Nichi Vendola sia la persona più adatta a farlo in questa regione".

Nel Salento, in questi giorni, si sta discutendo molto in merito al tema dell'energia: peraltro, sulla questione del nucleare e delle centrali a biomasse, anche importanti luminari della scienza medica si sono divisi ed hanno posizioni divergenti, penso, ad esempio, ad Umberto Veronesi. Qual è il suo punto di vista in merito?

"Io credo che la nostra posizione debba essere molto chiara: noi dobbiamo investire sull'energia principale, quel sole che distribuisce una quantità di energia al nostro pianeta che è 10mila volte superiore a quello di cui noi abbiamo bisogno e che sarà lì per 4miliardi di anni. Noi dobbiamo investire su questo".

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