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Marti: "Al fianco dei cittadini di Scorrano in difesa dell'ospedale"

Il consigliere regionale del Pdl interviene sul ridimensionamento temporaneo della struttura ospedaliera e sull'accorpamento dei reparti: "Necessario il coinvolgimento della popolazione nelle decisioni sul futuro della sanità"

SCORRANO - “Siamo e saremo al fianco dei cittadini e del consiglio comunale di Scorrano nella battaglia contro il paventato ridimensionamento dell’ospedale che partirà di fatto tra pochi giorni con l’accorpamento dei reparti di pediatria e ginecologia, non si sa bene a quale altro ospedale, penalizzando un bacino di utenza che durante l’anno è di circa 150mila persone e sale a ben 800mila in estate”.

Sono queste le dichiarazioni contenute in una nota a firma del consigliere regionale Pdl, Roberto Marti, sul caso dell'accorpamento di pediatria, ginecologia e punto nascita del nosocomio locale. Si terrà in queste ore una riunione sulla questione, alla quale Marti si augura che partecipino anche rappresentanti della Asl di Lecce, per discutere dell’accorpamento, definito temporaneo, dei reparti.

"Il timore dei cittadini e dei loro rappresentanti comunali è che tale accorpamento - precisa Marti -, da temporaneo, possa poi diventare definitivo, con conseguente enorme danno all’utenza. Il governo regionale continua a procedere con la dismissione di reparti e la chiusura di ospedali senza garantire al territorio servizi alternativi. Col pretesto di razionalizzare e ridurre la spesa si vanno a privare i cittadini di servizi essenziali".

"Chiediamo al Presidente Vendola, all’assessore Attolini e alla Asl di Lecce - asserisce - di riunire quanto prima i sindaci dei territori interessati e, in questo caso, di coinvolgere il consiglio comunale di Scorrano nelle procedure di eventuale dismissione anche parziale dell’ospedale, che nulla ha a che fare con le chiusure previste dal piano di rientro. Il coinvolgimento della popolazione e dei suoi rappresentanti istituzionali, è il minimo che dovrebbe fare un governo regionale che continua a pretendere dai cittadini il pagamento di 338 milioni di euro di tasse regionali aggiuntive all’anno a fronte della continua riduzione dei servizi”.

 

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