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Massa: "Indagini e bilancio, scempio a Porto Cesareo: sciogliere Consiglio"

Un’interrogazione al ministro degli Interni per chiedere lo scioglimento del Consiglio comunale di Porto Cesareo sarà presto presentata dal parlamentare del Pd, Federico Massa, che parla oggi di “scempio istituzionale: un manipolo di consiglieri approva con soli sei voti il bilancio comunale”

LECCE – Un’interrogazione al ministro degli Interni per chiedere lo scioglimento del Consiglio comunale di Porto Cesareo sarà presto presentata dal parlamentare del Pd, Federico Massa, che parla oggi di “scempio istituzionale”. La nota di Massa arriva il giorno dopo gli eventi che hanno toccato da vicino Porto Cesareo e che praticamente si sono accavallati.

“Proprio nel giorno in cui si chiudono indagini per fatti poco edificanti, che gettano più che un’ombra sui comportamenti degli amministratori cesarini, un manipolo di consiglieri approva con soli sei voti il bilancio comunale”, dice il deputato. Il primo riferimento è al presunto voto di scambio che tocca ex vicesindaco ed ex assessore. Il secondo, alla chiusura del primo bilancio armonizzato. Porto Cesareo è fra i quattrocento Comuni italiani in cui è in atto la sperimentazione.

“Porto Cesareo è una delle capitali del turismo pugliese e meridionale”, dice Massa. “Le sue potenzialità, e i suoi problemi, meritano una classe dirigente di alto livello per affrontare questioni nuove e antiche. Dall’uso della risorsa mare alla tutela delle aree non edificate, dal risanamento ambientale al recupero urbanistico, dall’attivazione di servizi primari alla programmazione dei flussi turistici e allo sviluppo del settore della pesca, ci sarebbe bisogno di una leva di amministratori in grado di avere lo sguardo lungo e di rispettare la legalità”, ammonisce.

“Buon senso e ragionevolezza avrebbero consigliato di chiudere già da tempo un’esperienza disastrosa. Invece, facendo ricorso a mezzucci e cavilli, continua l’agonia. Ed è grave che il centrodestra provinciale, invece di mollare un’amministrazione debole, falcidiata dalla questione morale che si dibatte tra prescrizioni e rinvii a giudizio, faccia quadrato”, prosegue.

“Il voto sul bilancio – conclude - è la classica goccia che fa traboccare il bicchiere: che  lo strumento contabile possa essere approvato con meno del 50 per cento dei consiglieri assegnati al Comune è di una gravità inaudita”. Da qui l’interrogazione che presto sarà presentata. 

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