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Il “rottamatore” Renzi ad Otranto: “Fuori i politici che hanno fallito”

Il sindaco di Firenze, nel suo mini-tour salentino, fa tappa alla Castellana ed incontra simpatizzanti e gente comune per un momento di confronto. Le primarie restano un mistero, ma l'esponente Pd rilancia: "Tocca a noi"

OTRANTO - Professione sindaco di Firenze, “rottamatore” della classe vecchia del Pd: Matteo Renzi si regala una mattinata sul lido Castellana di Otranto, per incontrare curiosi, simpatizzanti, gente comune, nella sua visita salentina, che culminerà con la presentazione, a Lecce, del suo libro. Accompagnato dal consigliere comunale leccese, Paolo Foresio, il primo cittadino fiorentino, candidato in pectore alle primarie del centrosinistra, valide per indicare il leader della coalizione alle prossime politiche, si siede ad ascoltare la gente, “perché – come sottolinea – i politici vecchia maniera hanno perso il gusto dell’ascolto e del confronto”.

Le primarie, invece, nella discussione sono solo sottese, non c’è una dichiarazione aperta: del resto, la situazione è degna di un’alchimia, con pagine intere nella cronaca dedicate ad un appuntamento atteso, che viene pronosticato ad ottobre, ma che non ha una data precisa. Tecnicamente è un “bollito fritto con mostarda”, citando il titolo di uno spettacolo di Luttazzi: qualcosa di informe, di non definito, che stuzzica i palati nella sua rappresentazione di generazioni politiche che si scontrano. Ma nulla più, perché la sensazione è che poi le primarie vogliano essere evitate dalla segreteria nazionale del Pd.

Renzi non fa, comunque sia, una piega: professa la sua “anomalia” da “rottamatore”, tira le orecchie alla vecchia classe dirigente “che ha fallito” e “dovrebbe farsi da parte” e rilancia un’idea di paese “fondato sulle regole, ma non sulle deroghe”. E ascolta i racconti dei salentini, dei pugliesi, dei turisti, a partire dalle delusioni ideologiche e dalle promesse disattese da chi si è avvicendato nel tempo.

Storie locali come quella del mondo imprenditoriale turistico, sorpreso dalle scelte calate dall’alto e che ripropongono l’assalto ai beni naturali, come nel caso delle trivellazioni alle Tremiti. O l’esigenza di aprire il turismo al mondo, esportando la “bellezza”. E ancora il disagio occupazionale giovanile, la scomparsa del settore tessile, la necessità di una strategia per l’Italia, fatta di obiettivi chiari e non della logica da “contentino” a tutti.

“Siamo convinti di poter offrire qualcosa di diverso al paese – dichiara -, siamo una squadra di under quarantenni e riteniamo sia giunto il nostro momento, visto che chi ci ha preceduto ha fallito”. Poi scherza con un esempio di attualità: “Il trombato dell’estate è Ron Moss, il Ridge di Beautiful: se dopo venticinque anni di soap opera, lui viene sostituito, perché non può capitare con alcuni che siedono in Parlamento da prima del 1987?”.

Lo scontro, dunque, è riassumibile tra i “rottamatori” e come si è autodefinito Pierluigi Bersani “l’usato sicuro”. Ma, in mezzo alle discussioni, alle parole e agli incontri, restano le incertezze dentro cui si muovono gli scenari futuri: dove andrà il Pd? Con chi vorrà allearsi? Proseguirà sul modello Monti sia in termini di governo che di coalizione? Le domande sono tante e tutte, per il momento senza risposta, finché l’assemblea nazionale del partito non convocherà le consultazioni dal basso. Renzi gioca d’anticipo e dal 13 settembre partirà ufficialmente con la sua campagna elettorale. Con o senza una data ufficiale per le primarie.

Matteo Renzi ad Otranto

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