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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Mercatino etnico a Settelacquare, già chiuso per ferie?

Ad oltre un mese dal taglio del nastro, all'interno della struttura mercatale non si muove una foglia. Gli espositori non aprono nemmeno. E tra un mese la sorveglianza pagata dal Comune finirà

LECCE - A cinque settimane dall'inaugurazione il mercatino multietnico di Settelacquare è una cattedrale nel deserto, la rappresentazione proprio di quello che non doveva essere. Si pensava potesse ispirarsi alla vivacità ed alla tipicità dei suk mediorientali ed invece si presenta con le saracinesche abbassate. Tutte. Sono 35 i locali che formano la struttura, di cui solo uno ancora da assegnare ma alle undici del mattino non c'è anima viva. Il 23 aprile, giorno dell'inaugurazione (con tanto di musica a tema e balletti improvvisati) l'assessore alle Attività produttive, Luigi Coclite si premurò di dire che non sarebbe stato "il solito taglio del nastro".

Gli unici rumori vengono dalla strada - viale Aldo Moro - e dal cantiere dove proseguono i lavori per la realizzazione della struttura che accoglierà i commercianti di Piazza Libertini. Si arriverà così ad un'area modulare formata dal mercato "coperto", da quello multietnico e da quello attualmente in corso d'opera. A pieno regime, l'auspicio è quello di creare le condizioni per un afflusso quotidiano di clienti, grazie anche alla varietà della merce: dagli alimentari, all'abbigliamento fino ai prodotti rigorosamente etnici.

Per il momento, però, la situazione è quella che è. A parte la colonia di autobus della Stp che sostano nel capolinea adiacente non c'è nulla di più. E dire che, secondo le premesse della vigilia, si voleva farne un polo di aggregazione sociale e culturale. L'assessore ci spera ancora e di recente ha riunito una delegazione di operatori presso il centro interculturale di Palazzo Turrisi per ribadire alcune raccomandazioni: prima fra tutte quella di rispettare la tipicità dei prodotti che non devono essere certo reperiti sul mercato interno dei grossisti . E per questo, ci sarebbero ritardi nell'approvvigionamento che comporta l'acquisizione della merce nel paese d'origine. Un altro problema consisterebbe nell'allaccio alla rete elettrica che ogni singolo espositore deve fare con il gestore del servizio.

Insomma, il Comune avrebbe creato tutte le condizioni per una sorta di "autogestione", consegnando i locali dietro un corrispettivo poco più che simbolico: 9 euro per i box più piccoli e 16 per quelli più grandi. Dal giorno dell'inaugurazione gli assegnatari sono dunque liberi di aprire e lavorare ma per ora gli auspici della vigilia sono rimasti solo sulla carta. Dalla fine di giugno, tra le altre cose, verrà meno l'obbligo da parte dell'amministrazione di garantire la sorveglianza del mercatino.

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