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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Messuti non teme il confronto interno: "Vincerò le primarie"

Il candidato di Forza Italia e di alcuni movimenti di centrodestra parte col piglio sicuro in vista delle primarie del 17 marzo. Riempie una grande sala e manda un segnale concreto a Congedo e anche alla Lega

LECCE - Senza abdicare al tono da fair play, Gaetano Messuti ha voluto dimostrare una prova di forza in vista delle primarie del centrodestra del 17 marzo. Ha riunito circa trecento sostenitori all'Hilton Garden Inn di Lecce per annunciare la sua candidatura, ma, come aveva fatto già Erio Congedo ieri, ha dedicato buona parte del suo intervento alla parte programmatica in alternativa alla coalizione progressista di Salvemini, accennando soltanto alla consultazione del 17 marzo e parlando piuttosto da candidato sindaco in pectore: "Vinceremo queste primarie", ha poi concluso.

Sulle primarie ha detto rivolgendosi ai cronisti: "Sono convinto che saranno vere, ma se ci saranno giochi sotterranei non esiterò a convocarvi". Messuti ha rimarcato il valore del civismo, segnalando la differenza tra quello autentico, che lo sostiene, e quello orientato solo dall'opportunismo politico, che nasce e prolifera in vista della scadenza elettorale". Non è accidentale, d'altra parte ma è il manifesto stesso del profilo col quale si offre alla valutazione degli elettori, il fatto che sul palco, mentre lui è in piedi, siano seduti gli esponenti delle liste che lo sosterranno: al centro D'Attis e Mazzotta per Forza Italia, poi Monica Faggiano di Sentire Civico, Luca Trisiello de L'Altra Italia, considerata "espressione di un gruppo di lavoratori della Lupiae Servizi" e Sergio Valentini, commerciante tra i più attivi nella contestazione delle scelte di mobilità della giunta Salvemini.

In platea erano seduti Rocco Palese, gli ex consiglieri comunali Luciano Battista, Bernardo Monticelli, poi Vincenzo Barba insieme al figlio,  il portavoce di Grande Lecce, Riccardo Rodelli (lista civica creata e cresciuta con Roberto Marti, senatore della Lega), tanti elettori e qualche volto delle due società partecipate del Comune. Messuti ha rivendicato il suo essere espressione del popolo, l'autenticità e la genuinità del centrodestra riunitosi dietro di lui, in contrapposizione a quello che vive "nei recinti dei salotti" e poi ha lanciato un altro appello ad Adriana Poli Bortone, non sapendo ovviamente che di lì a poco la diretta interessata lo avrebbe respinto annunciando invece la propria candidatura alle amministrative: "Dovrebbe essere qui oggi, non preparare il terzo polo. Io non me la posso immaginare, dopo un ipotetico ballottaggio, assessore o consigliere dalla parte di Carlo Salvemini". 

Messuti ha sottolineato come non ci sarà più spazio per un'altra vicenda come quella di Delli Noci, definito il "giovanotto preso da Bari" per dividere il centrodestra e poi ha elencato le sue priorità per il governo della città: il ritiro, per via amministrativa, dal "pre-dissesto" per l'ente comunale che sarebbe sì in difficoltà - ha detto -, ma non in condizioni critiche; il recupero del demanio stradale che ritiene essere stato svenduto al "progresso", in riferimento ai lavori per la fibra ottica che interessano molte vie cittadine; l'ascolto delle associazioni di categoria e dei cittadini in tema di mobilità: "Non ci sono differenza con Salvemini - ha chiarito su questo punto - anche noi siamo per un trasporto ecocompatibile, per una mobilità più leggera, anche noi faremo chiusure del centro, ma in maniera sempre condivisa con gli operatori del settore".

Centrale poi, come in molte delle agende politiche leccesi, il nodo della marine: su questo versante si è colto un accenno polemico verso quella parte del programma di Mauro Giliberti del 2017, laddove si parlava del litorale leccese e di San Cataldo in particolare come di una "nuova Rimini". Messuti ha rimarcato invece la necessità di completare l'infrastrutturazione primaria. Così come Congedo, ha infine ha rilanciato il tema del baricentrismo in relazione alle politiche regionali, parlando del Salento come "di un territorio scippato". 

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