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Mobilitazioni degli universitari contro il governo. “Negato il diritto allo studio”

Prosegue l'autunno caldo delle rivendicazioni. Link Udu denuncia politiche di disparità tra gli atenei del Sud e Nord d'Italia, il dm sui punti organico e ritiene l'esito dell'incontro tra ministra Carrozza e rettori "del tutto insufficiente"

LECCE – La rete Link – Udu scalda i motori in vista della grande mobilitazione di protesta, programmata per il 7 dicembre, contro il governo che non avrebbe rispettato le sue  promesse riguardo il futuro dei giovani e gli investimenti sull’istruzione. Quest’anno, infatti, sono stati tagliati circa 41 milioni di euro dal fondo integrativo nazionale sul diritto allo studio, precludendo la possibilità di raggiungere la copertura totale delle borse di studio e di eliminare l’iniqua figura dell’idoneo non beneficiario.

Il decreto ministeriale sui Punti organico 2013 che stabilisce i criteri di ripartizione dei punti organico continua poi a far discutere a causa delle “profonde disparità tra atenei del Nord e del Sud d’Italia”, poiché  lega la possibilità di assegnare più punti organico e migliorare la didattica offerta all’aumento della contribuzione studentesca.

“Per il sistema universitario il turn-over complessivo è fissato al 20 percento – spiegano i ragazzi - , ma alcuni atenei, come la scuola Superiore Sant'Anna (turn-over 212 percento) e la scuola Normale di Pisa (turn-over 160 percento) in testa, non solo conservano tutti i punti organico rivenienti dai pensionamenti dell’anno precedente ma li incrementano incamerando una parte di quelli sottratti agli altri atenei”.

Inoltre, l’incontro che si è tenuto il 28 Novembre tra la ministra al ramo e i rettori degli atenei meridionali ha lasciato piuttosto insoddisfatti gli studenti: “Nessun impegno concreto sul rifinanziamento degli atenei all’interno della legge di stabilità e nessuna modifica al decreto sui punti organico, rinviando eventuali modifiche al prossimo anno con l’apertura di tavoli tecnici con i rettori”.

La ministra Maria Chiara Carrozza proseguirebbe nel disegno politico messo a punto dai suoi predecessori, “creando università di serie A e altre di serie B, le prime che erogano didattica e ricerca e le altre che erogano solo didattica, svilendole e portandole alla progressiva chiusura”

Dopo l'esperienza dell’ateneo occupato, la mobilitazione degli universitari quindi prosegue. Lunedì si è tenuta un’assemblea tra studenti dell’ università e delle scuole superiori per creare un fronte di opposizione unico e mettere in piedi una settimana di mobilitazioni: per oggi sono previste assemblee in diverse scuole superiori, dalle scuole e università verranno calati striscioni con la scritta “la nostra generazione non è muta, è  la politica ad essere sorda” per rimarcare la presunta assenza di dialogo e ascolto tra il governo ed una generazione di ragazzi che durante quest’ autunno ha invaso le piazze.

Nel pomeriggio in piazza Sant’Oronzo si terrà un’assemblea pubblica per discutere tematiche studentesche legate all’assenza di diritto allo studio nel nostro paese e le conseguenze che questo porterebbe.

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