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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nardò si prepara ad ospitare i migranti. Al via le visite mediche preventive

Lavori in corso per Masseria Boncuri: spianata l'area circostante. La Asl ha previsto l'apertura di un presidio medico e controlli su base volontaria

Nardò – Masseria Boncuri riapre le porte ai migranti arruolati per la raccolta stagionale dei prodotti ortofrutticoli. I lavoratori stanno già cominciando ad arrivare nelle campagne di Nardò e, come ogni anno, il Comune e le istituzioni cominciano ad attivarsi per garantire un’accoglienza quanto meno dignitosa alle centinaia di braccianti extracomunitari attesi in città.

Fuori dalle maglie dell’illegalità e dell’inestirpabile fenomeno criminale del caporalato (duro a morire nonostante i tentativi compiuti negli ultimi anni, compresa la legge regionale che ha istituito un apposito reato penale su pressione di Cgil), il campo destinato al ricovero ed al ristoro dei migranti è in fase di allestimento.

In vista della riunione operativa che si terrà giovedì 8 giugno presso la prefettura di Lecce, qualcosa inizia a muoversi. Coldiretti e Confagricoltura hanno infatti eseguito gli interventi di sradicamento delle erbacce, spianando l’area intorno alla Masseria per accogliere le unità abitative mobili di cui si farà carico, invece, la Regione Puglia.

La gestione dell’intera struttura invece, dopo i saluti non proprio calorosi dell’associazione “Diritti a Sud”, è stata affidata alla cooperativa sociale Mosaico che sino alla fine di settembre si occuperà  della pulizia dei locali e delle altre attività formative e ricreative, collaterali al duro lavoro dei campi.

Sul versante sanitario, l’assistenza medica ai braccianti è stata garantita, ancora una volta, dall’azienda sanitaria locale che sarà presente a Boncuri con un presidio medico, fornito di ricettari, strumentazioni e farmaci, aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 17 alle 20. L’iniziativa replica quella del 2016: quest’estate i migranti potranno quindi usufruire di prestazioni simili a quelle erogate da un ambulatorio di medicina generale.

Per tutte le altre necessità (escluso il primo soccorso), dunque per le visite specialistiche e gli esami di diagnostica e laboratorio, i migranti potranno rivolgersi presso i distretti e gli ospedali del territorio con accesso coordinato e privilegiato.

Ma la Asl si è attivata anche sul fronte della prevenzione e della sicurezza sul lavoro attraverso l’attività di una équipe dello Spesal che si occuperà di informare i migranti riguardo ai rischi che corrono sui campi, di promuovere l’uso dei dispositivi di sicurezza e di effettuare i controlli sanitari preventivi per evitare che patologie pregresse possano portare a conseguenze drammatiche.

La raccolta stagionale delle angurie non è esente, infatti, da condizioni di rischio ed effetti preoccupanti per lo stato di salute delle persone. Al contrario. Il settore agricolo è considerato ad alto rischio infortunistico e con elevato indice di gravità: il numero di infortuni si attesta, infatti, sul 48 percento ed è già accaduto che nei primi mesi del 2016 si siano registrati due decessi di lavoratori nordafricani nelle campagne salentine.

Nel primo caso, la fatica dei campi ha aggravato uno stato di salute già precario; nel secondo caso si è ribaltato un trattore sprovvisto dei necessari requisiti di sicurezza. A questo si aggiungono i rischi legati all’uso improprio dei prodotti fitosanitari, alla movimentazione dei carichi pesanti ed alle posture scorrette che provocano danni a lungo termine.

Al netto di questo quadro misconosciuto ed allarmante, lo Spesal rende noto che ad oggi la maggior parte dei lavoratori agricoli, specialmente nella fascia stagionale, non è sottoposto a sorveglianza medica preventiva e periodica. Il rischio è sottovaluto e le maglie dell’illegalità sono fin troppo larghe.

Sulla base di queste premesse è nato quindi il Piano regionale di prevenzione 2014-2018, volto a creare una rete per il lavoro sicuro, che il dipartimento di prevenzione della Asl di Lecce ha applicato anche ai lavoratori stagionali di Nardò, estendendo l’offerta dei controlli e del monitoraggio sanitario.

Una equipe dello Spesal (composta da un dirigente medico, un tecnico della prevenzione, personale infermieristico ed amministrativo) si occuperà di valutare l’idoneità dei migranti allo svolgimento delle mansioni agricole. I lavoratori, come spiega il direttore del dipartimento di prevenzione Giovanni De Filippis, potranno beneficiare della sorveglianza sanitaria, ma non sono obbligati a sottoporvisi.

La visita medica preventiva ha validità biennale e vale nel limite delle 50 giornate di lavoro nell’arco di un anno, ma il protocollo ha previsto anche approfondimenti clinici laddove ce ne fosse bisogno.

Il programma è alla sua seconda edizione e - grazie anche alla collaborazione dei mediatori culturali messi a disposizione dalle associazioni di volontariato – ha registrato numeri significativi nell’estate del 2016: 86 visite mediche e attività di informazione, 52 ore di attività nella tendopoli di Nardò, 60 accessi ispettivi presso le aziende che impiegavano personale stagionale.

Nel 2017 la Asl tornerà ad occuparsi della salute dei migranti con una novità: il programma sanitario sarà finanziato con i fondi provenienti dalle sanzioni comminate dallo Spesal alle aziende e sarà valido fino al mese di ottobre.

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