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Martedì, 23 Aprile 2024
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Niente stipendi da novembre. Dipendenti Emes in stato d’agitazione

Fit e Cisl denunciano il mancato pagamento e le conseguenze drammatiche per il personale che si occupa del servizio di depurazione nelle aree industriali di Lecce, Nardò e Galatina. Chiedono al prefetto un incontro urgente e propongono revoca dell’appalto

LECCE – Niente stipendi per il personale della ditta Emes srl che si occupa del servizio di depurazione delle aree industriali di Lecce, Nardò e Galatina. All’appello mancano, infatti, le mensilità di novembre, dicembre, gennaio e febbraio, compresa la tredicesima, che dovevano essere versati entro la metà del mese successivo.

La denuncia arriva dalle segreterie provinciali di Cisl e Fit Cisl, federazioni trasporti, che il 12 gennaio avevano già dichiarato lo stato d’agitazione dei lavoratori proprio a causa delle mancate erogazioni, ma anche in virtù di “notizie inesistenti” circa i pagamenti degli emolumenti.

La prima procedura di raffreddamento tra le parti si è tenuta il 10 febbraio, presso il consorzio Asi di Lecce, ma “nonostante l'impegno della ditta Emes al pagamento delle mensilità, a oggi, due lavoratori hanno ricevuto soltanto tre stipendi, mentre gli altri non hanno ricevuto nessuna remunerazione”.

“Sono inimmaginabili e indescrivibili le difficoltà economiche dei lavoratori e delle loro famiglie che hanno trascorso le ultime festività senza alcuna risorsa – commentano i segretari di Fit e Cisl, Franco Mirarco e Salvatore Castrignanò -  e, a quattro mesi dall’ultima mensilità, è innegabile l’aumento dei disagi, la difficoltà di sostentamento e di movimento nel raggiungere persino i luoghi di lavoro, al fine di assicurare la continuità del servizio pubblico, senza dimenticare la disperazione che nasce dal non poter pagare le bollette scadute da tempo”.

Il 25 febbraio i sindacati avevano invitato la ditta Emes ad assumersi le responsabilità di “tale assurda ed irresponsabile posizione, che viola i principi e le norme in vigore mettendo in discussione la convivenza civile e il regolare funzionamento del servizio pubblico essenziale”.

“Gravi” sono le inadempienze contrattuali della ditta titolare dell'appalto per la mancata realizzazione della rete di controllo dell'immissione delle acque reflue delle ditte delle aree industriali, come da impegni sottoscritti nel contratto di appalto vigente, con la conseguente regolare tassazione del servizio di depurazione”, proseguono i due rappresentanti sindacali.

Sarebbe questa, quindi, la principale causa dei mancati pagamenti. “E per questi motivi – aggiungono – nei giorni scorsi abbiamo invitato il prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta e i dirigenti del consorzio ad una corretta riflessione sulle problematiche denunciate dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori,  quali continuano a svolgere correttamente il servizio pubblico d'igiene ambientale”.

Affinché vengano risolte le difficoltà economiche dei lavoratori, Fit e Cisl chiedono la convocazione di un incontro urgente, che possa mediare i diversi interessi in campo. In mancanza di alternative rapide, le segreterie sindacali non trascurano la possibilità di revocare il contratto d’appalto della ditta Emes, al fine di garantire una “gestione più corretta ed efficiente del servizio”.

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