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Sabato, 20 Aprile 2024
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Povertà a Lecce: cresce il fabbisogno di cibo, ma l'Emporio Solidale rischia la crisi

Per le famiglie in difficoltà servono circa 10 tonnellate al mese. Il conto economico di questo particolare "supermercato" è in rosso: serve l'aiuto di tutti

LECCE - Alimenti per 503 tonnellate in poco meno di cinque anni destinati a un numero sempre crescente di cittadini in stato di bisogno, ma il conto economico dell'Emporio Solidale scricchiola: nei primi sei mesi dell'anno la perdita è stata di 60mila euro.

In una conferenza stampa, a Palazzo Carafa, Daniele Ferocino, presidente della Comunità Emmanuel, e il coordinatore di quello che è a tutti gli effetti un supermercato, Salvatore Esposito, hanno illustrato i dati principali dell'attività iniziata nel 2012 e che adesso necessita di sostegno da parte delle aziende e degli enti territoriali per continuare a svolgere la propria missione. 

Ci sono i costi di assicurazione del personale, le utenze, le spese per i mezzi di trasporto della merce, più o meno gli stessi di una ordinaria impresa commerciale che cerca di assicurare il fabbisogno mensile di 10 tonnellate di cibo (latte, passata di pomodoro, legumi, tonno e carne in scatola, olio d'oliva, questi gli alimenti principali). La stima proiettata alla fine dell'anno è quella di mille e 300 famiglie assistite dall'emporio: sarebbe il dato più alto mai registrato da quando l'emporio è stato aperto, nel 2012. 

Proprio ieri, del resto, è stato reso noto il rapport dell'Istat per il 2015 secondo il quale il 46,4 per cento della popolazione che vive nel Mezzogiorno è a rischio di povertà ed esclusione sociale (nel 2014 era del 45,6). I criteri adottati per la classificazione sono quelli della Strategia Europa 2020: rischio di povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di lavoro.

L'Emporio Solidale, promosso dalla Comunità Emmanuel con la partnership del Comune, della Provincia e della Caritas diocesana, si giova della collaborazione delle attività di volontariato e censisce con precisione tutti gli utenti, muniti di apposita tessera. La fornitura di alimenti, è parte di un progetto più ampio di coesione sociale che cerca di orientare le persone in relazione alla particolare debolezza che manifestano. E' un sostegno quanto mai indispensabile in tempi di riduzione del welfare, ma è arrivato il momento di uno scatto di solidarietà per mettere al riparo l'attività dell'emporio dall'ipotesi della chiusura. A fronte di tutte le necessità i contributi, istituzionali e privati, non bastano: il Comune, per esempio, assicura 20mila euro all'anno.

Rispetto al passato però, ci sono importanti novità dal punto di vista legislativo: un aiuto molto importante, infatti, viene dall'approvazione, rapida e indolore, della legge sugli sprechi alimentari che consente alle aziende del settore, compresi i negozi di vendita al dettaglio, di trasferire le proprie eccedenze ai centri di raccolta senza la trafila burocratica che era necessario far prima e con in più la possibilità di sgravi sui tributi locali. Il punto è che questa norma non è ancora sufficentemente conosciuta dagli addetti ai lavori. I singoli cittadini e le imprese in genere possono poi aiutare l'emporio attraverso le donazioni, che sono detraibili (tutte le informazioni del caso sono disponibili sul sito dell'emporio).

Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, presente in conferenza stampa con l'assessore Andrea Guido, ha dichiarato che scriverà una lettera al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per emendare il regolamento regionale che impedisce ai volontari della protezione civile di prestare attività in iniziative di questo tipo: certo, lo possono sempre fare come cittadini, ma per chi collabora assiduamente ci sono comunque dei costi da sostenere, anche il semplice rimborso del carburante.  Intanto si stanno mobiltando le scuole: parte domani la raccolta di alimenti negli istituti leccesi. 

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