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Nuove sfide per il centrosinistra, ma nessuna svolta per la candidatura

All'incontro organizzato da Dario Stefàno con Giuliano Pisapia e altri esponenti del fronte progressista, le amministrative leccesi restano argomento tabù

LECCE - Non c'è stato alcun colpo di scena durante l'incontro organizzato da Dario Stefàno per la presentazione di "Campo progressista" di Giuliano Pisapia: non sarà il senatore salentino il candidato del centrosinistra alle elezioni comunali leccesi. Lo aveva escluso la scorsa settimana il diretto interessato quando, per la prima volta dopo molti mesi, aveva chiarito la sua posizione sulla vicenda: mancano le condizioni minime di unità nella coalizione, a partire dal Pd. 

Eppure qualcuno ha pensato che il prolungato impasse, il venir meno di ogni altra ipotesi di candidatura dal tavolo dei partiti - ultima carta giocata quella del commercialista Giovanni Rapanà, di area democratica -, e le pressioni del governatore pugliese, Michele Emiliano, potessero modificare quella decisione. Così non è stato: primo perché il centrosinistra a Lecce imbarca ogni giorno sempre più acqua, sia perché i tentativi di convincimento non sembrano siano stati poi così appassionati. Del resto, per come stanno, le cose, chi siaccolla una probabilissima debacle? Non certo il presidente della Regione, che anche nel suo intervento di questa sera ha confermato di volersi giocare una partita nazionale nel congresso che il Pd prima o poi farà: per ora Emiliano ha parlato di linea politica, non di un suo protagonismo diretto. Dopo aver perso le elezioni a Brindisi con un suo candidato, ben si guarda da azzardare una puntata.

Ci ha provato Antonio Decaro, sindaco di Bari, a lanciare un assist: quando ha concluso il suo saluto come presidente di Anci auspicando una vittoria del centrosinistra a Lecce, qualcuno tra il folto pubblico ha scandito il nome di Dario Stefano. E' però finità lì, anche perché lo stesso senatore aveva praticamente imposto di non accennare alla situazione leccese: lo ha detto, sorridendo, proprio Emiliano in sede di intervista prima di prendere posto.

Il tempo dunque continua a trascorrere senza che ci sia una soluzione allo stallo dello schieramento che pure dovrebbe fisiologicamente ambire a sfilare al centrodestra il governo della città dopo venti anni di dominio incontrastato. A questo punto non è escluso che, davanti a questa conclamata impotenza a trovare una quadra sulla candidatura, una soluzione venga dal fronte dei movimenti che si riconoscono nel centrosinistra, con o senza primarie.

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