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Politica Santa Cesarea Terme

Nuovo appello, targato Rifondazione, per tutelare Porto Miggiano

Non si smorzano le polemiche attorno al porticciolo: Rosa Rinaldi e Roberta Forte del Prc interpellano il ministro Clini e il governo pugliese per proteggere l'area ed inserirla nel Parco naturale Otranto-Santa Maria di Leuca

SANTA CESAREA TERME - La polemica e le attenzioni attorno a Porto Miggiano non si arrestano e, dopo gli appelli e le risposte degli ultimi giorni, si aggiunge l’ennesimo a firma di Rosa Rinaldi della segreteria nazionale e Roberta Forte, segretaria provinciale, di Rifondazione Comunista, rivolto al ministro dell'ambiente, Corrado Clini, al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e all’assessore pugliese all’urbanistica, Angela Barbanente.

Nel testo, le due esponenti di Rifondazione chiedono tutela da ogni forma di “speculazione edilizia insensata” sulla costa salentina, con specifica attenzione al territorio di Porto Miggiano, “misteriosamente escluso dal parco naturale Otranto – Santa Maria di Leuca, pur trovandosi paradossalmente nel cuore della zona del parco”: “Davanti ad uno scempio – scrivono -, in parte già realizzato, il silenzio istituzionale e degli enti preposti alla tutela del territorio è assordante, oltre che contraddittorio e fonte di uno dei più grandi e gravi sprechi di denaro pubblico degli ultimi tempi”.

Per Rifondazione comunista ci sarebbe una contraddizione nell’aver permesso a “lobby private lo sventramento della costa per la costruzione di oscene piscine a ridosso delle falesie” e nello stanziamento di cinque milioni di euro pubblici, “destinati alle medesime lobby, per finanziare i lavori di consolidamento e messa in sicurezza di quella stessa costa, su cui si è permessa una devastante speculazione edilizia”.

Per questo, si fa appello alla “sensibilità” in materia di tutela del paesaggio e del territorio dell'assessore Barbanente, al “senso del dovere e delle istituzioni del presidente della Regione Puglia e del ministro dell'ambiente e della tutela del Territorio” affinché si blocchi “l'attuazione di un piano regolatore del 1984 obsoleto e superato, facendo valere i vincoli del piano regionale urbanistico territoriale tematico – paesaggio, che tutela i valori paesistici ed ambientali”.

Inoltre, le due politiche chiedono di fra entrare il territorio di Porto Miggiano nel Parco naturale Otranto-Santa Maria di Leuca: “Migliaia di cittadini – chiariscono - hanno costituito spontaneamente il ‘Comitato per la tutela di Porto Miggiano’, in difesa di un luogo favoloso, unendosi in una encomiabile e mirabile azione collettiva che non può essere ignorata dalle istituzioni. La bellezza dei nostri luoghi non ha prezzo e non ha padroni: è un bene comune, che deve essere difeso e tutelato ad ogni costo”.

Occorre ricordare che, dal canto suo, l’amministrazione di Santa Cesarea Terme ha sempre chiarito che l’intervento che si sta realizzando in loco non abbia nulla a che vedere con la rappresentazione mediatica offerta dallo stesso comitato, in quanto in gioco è il consolidamento del costone roccioso per rendere fruibile una zona di balneazione dichiarata dal Pai a rischio molto elevato per la pubblica e privata incolumità. Quindi, si tratterebbe di un intervento volto al bene pubblico, che nulla avrebbe a che vedere con le accuse di speculazione e cementificazione della costa.

 

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