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Omicidio Basile: "Inquirenti e magistrati, fate presto"

L'appello della vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone dopo le scritte apparse vicino la parrocchia di Don Stefano Rocca e la possibilità che ora il sacerdore possa lasciare il paese

L'ultimo suo intervento pubblico Don Stefano Rocca, il parroco della chiesa di San Giovanni Bosco di Ugento in prima linea contro l'omertà che circonda il delitto Basile, lo aveva fatto lo scorso 11 agosto (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=15905) con una lettera, a pochi giorni da Ferragosto, quando sarebbe scoccato il quattordicesimo mese senza notizie sul nome di chi impugnò il coltello che trafisse più volte il consigliere comunale e provinciale dell'Idv, fino ad ucciderlo.

"Sono passati quattordici mesi e il suo delitto resta ancora avvolto in uno scandaloso mistero - aveva scritto rivolgendosi anche ai politici - e molte sono le orecchie da mercante. Numerose sono state le provocazioni lanciate in questi mesi e giorni: presentazioni di libri, lettere indirizzate a politici e presidenti vari. Mi chiedo - scrisse don Stefano -, perché ancora oggi si preferisce tacere?"

Già. Ed ecco allora che alla luce dell'ennesimo avvertimento che raggiunge il prelato per le sue scomode parole e all'ipotesi che possa lasciare definitivamente il paese a sud di Lecce per motivi di sicurezza - scritte offensive apparse ultimamente nei pressi della sua parrocchia -, interviene la vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone: "Esprimo solidarietà a Don Stefano e lo invito a continuare nella sua opera pastorale e civile ad Ugento, ben voluta dai cittadini perchè rappresenta un incitamento costante a tenere sempre sveglia la coscienza civile, la sete di giustizia e di pace."

Poi, Capone fa un accenno alle scritte offensive nei confronti di Don Stefano: "Le scritte offensive contro la chiesa e contro Don Stefano rappresentano -sostiene - un altro vile attacco verso chi dimostra ogni giorno la virtù di stare vicino ai deboli e a chi non può difendersi. Non sappiamo se i continui attacchi al parroco che tanto si è battuto perché siano scoperti gli assassini del povero Peppino Basile siano collegati a questo impegno civile. Dobbiamo auspicare però - è l'invito della vicepresidente della Regione - che l'indagine possa procedere con rapidità e che si capisca presto perché e da chi sia stato barbaramente ucciso un uomo, politico, Peppino Basile, consigliere comunale e provinciale impegnato ogni giorno per le istituzioni che rappresentava. È passato più di un anno e ancora non si conoscono gli autori o l'autore del delitto. Ad attendere la verità non c'è soltanto la città di Ugento ma tutta una comunità politica impegnata a garantire che la libertà di manifestazione del pensiero e la tutela dei diritti pubblici siano non solo diritti costituzionalmente garantiti ma abbiano concrete possibilità di attuazione. Da qui - conclude - il mio appello agli organi inquirenti e alla magistratura, in cui riverso piena fiducia, a far presto!".

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