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Ospedale di Poggiardo: i sindaci scrivono a Vendola

Dopo l'ipotesi di declassamento e di chiusura ventilata nella bozza del Piano regionale della Salute, 15 sindaci dell'area di Poggiardo, su iniziativa di Astore, chiedono di tutelare il "Pispico"

L'ipotesi di chiusura dell'ospedale di Poggiardo, diffusasi nei giorni scorsi e ventilata tra le soluzioni possibili nella bozza del nuovo Piano Regionale della Salute, desta preoccupazione nell'area del Salento, interessata ai servizi ospedalieri che il "F. Pispico" da anni fornisce. Ecco perché, su iniziativa del sindaco di Poggiardo, Silvio Astore, è stata inviata questa mattina al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, all'assessore alla salute, Alberto Tedesco, e al nuovo Direttore generale della Asl Lecce, una lettera, firmata dai 15 sindaci dei comuni (Andrano, Botrugno, Castro, Diso, Giuggianello, Minervino di Lecce, Muro Leccese, Nociglia, Ortelle, S. Cassiano, S. Cesarea Terme, Spongano, Surano, Uggiano La Chiesa), bacino di utenza dell'ospedale di Poggiardo, contenente la precisa richiesta di tutelare l'ospedale di Poggiardo evitando ingiustificate scelte di carattere politico che avrebbero conseguenze drammatiche per l'intero territorio.

Nel testo della lettera si definisce la scelta di chiusura dell'ospedale una "sciagurata ipotesi", che provocherebbe conseguenze "inevitabili, drammatiche e ingiustificate". Sotto accusa come già sottolineato la bozza del nuovo Piano regionale della Salute, dove non si terrebbe assolutamente conto, secondo i sindaci firmatari, di quanto contenuto nel Piano strategico della Asl Lecce, presentato dall'ex Commissario, che ne prevedeva un qualche potenziamento, e dove il "F. Pispico" sarebbe declassato a struttura sanitaria territoriale sancendone, in tal modo, la sua fine come ospedale. Scrivono i sindaci: "Sarebbe un grave errore perché priverebbe un territorio, che ha un bacino di utenza distinto rispetto a quello di Scorrano e di Tricase, di tutti quei servizi e prestazioni di primo livello di cui ha fruito finora e di cui potrebbe fruire, con enormi disagi per gli utenti. Non deve accadere perché vi è un documento, il Piano Strategico della Asl Lecce, che redatto dalla massima autorità sanitaria territoriale, che si presume conosca meglio di chiunque altro le strutture ospedaliere del territorio con i loro limiti e le loro potenzialità, dice che l'ospedale F.Pispico non solo ha dei buoni/ottimi indici di funzionalità ma che deve, anzi, essere potenziato".

Il Piano strategico aziendale prevedrebbe, infatti, che l'ospedale "F. Pispico" fosse piuttosto funzionalmente autonomo dal presidio unico di Scorrano-Maglie-Poggiardo, evidenziandone un suo distinto bacino di utenza. Il potenziamento della struttura ospedaliera dovrebbe garantire la valorizzazione di reparti come Gastroenterologia, Cardiologia e Pneumologia, la dotazione di posti letto per l'area chirurgica, con trattamenti polispecialistici (Ginecologia e Ostetricia, Urologia, Ortopedia, Otorinolaringoiatria), la dotazione di posti letto di riabilitazione ospedaliera; il potenziamento della Lungodegenza. Sempre nel piano strategico, si prevedrebbero poi dei servizi senza posti letto come Direzione medica, Patologia clinica, Cardiologia, Pneumologia, Nefrologia e Dialisi, Radiologia, Medicina fisica e riabilitativa, Anestesia e Rianimazione, Punto di primo intervento con PL di astanteria, Ortopedia. Prevede, inoltre, l'attivazione di un punto Nascita di 1° livello.

"È evidente - sottolineano i sindaci - che l'ex Commissario non avrebbe formulato tutte queste indicazioni, nel suo Piano Strategico aziendale, se avesse avuto il minimo dubbio che il presidio di Poggiardo non superasse i 70 posti letto. Il numero, cioè, al di sotto del quale si parla di strutture sanitarie territoriali. L'ospedale F. Pispico ne ha, infatti, 71 (e 98 da piano), ha quindi tutti i requisiti strutturali e funzionali per continuare ad essere un ospedale a tutti gli effetti".
"Perché, dunque - proseguono -, nella bozza del Piano sanitario Regionale si parla di 70 posti letto per l'ospedale di Poggiardo, declassandolo, in tal modo, a struttura sanitaria territoriale? Vogliamo ancora credere si tratti, Presidente, di un mero errore materiale e non di altro". In conclusione, i sindaci firmatari chiedono al Presidente Vendola di porre rimedio a "quell'errore" e ad adoperarsi "affinché le indicazioni contenute nel Piano strategico Aziendale 2008 siano integralmente recepite nel Piano di Salute Regionale, evitando così sciagurate e ingiuste conseguenze a un territorio a cui ben altro era stato promesso".

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