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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Otranto

Paese tappezzato con 120 striscioni per dire no al tempio crematorio

A Botrugno la protesta dei cittadini che temono le emissioni in atmosfera. E richiamano l'attenzione dei comuni limitrofi

BOTRUGNO – Sono ben 120 gli striscioni comparsi su balconi, terrazze, finestr e grate esterne di villette dentro Botrugno, in segno di protesta contro la costruzione di un forno crematorio per le salme, primo nel Salento e secondo in Puglia dopo quello già esistente Bari. Un atto che vede la regia, dietro le quinte, del movimento civico “Apertamente”, secondo il quale fino a questo momento sarebbe mancata la volontà di ascoltare la voce dei cittadini. Il dissenso, di certo, è forte e s’era giò fatto sentire nei mesi scorsi, quando cominciò a montare il caso.

Il tempio sorgerà nel cimitero comunale. Sull'argomento, per chiedere ascolto al sindaco Pasquale Barone, sono già state raccolte mille e 500 firme, spiegano dal movimento, e s’è ottenuta anche la convocazione di un Consiglio comunale aperto. Il motivo è evidente: più di qualcuno teme che l’opera possa comportare pericoli per la salute pubblica.

“No al forno”, dunque, è il messaggio visibile ovunque nel piccolo comune dell’hinterland di Maglie (poco più di 2mila e 800 abitanti).

Sulla vicenda, “Apertamente” menziona il recente affidamento provvisorio dei lavori per la realizzazione del tempio crematorio a un’associazione temporanea d’imprese e ricorda come il tutto dovrebbe concretizzarsi tramite un project financing, per un investimento di 2 milioni 202mila e 85euro, con concessione trentennale e canone annuo all’amministrazione non inferiore al 4 per cento del fatturato. Questo deriverà dalle cremazioni e per un valore minimo di 15mila euro. Il che, s’è calcolato, richiederebbe la cremazione di otto salme al giorno.

La protesta dei cittadini

“L’impegno del consiglio comunale di avviare un referendum consultivo si è arenato nella commissione consiliare che dovrebbe approvare il regolamento”, dicono dal movimento, in una nota stampa. “In questa scelta che riguarderà il futuro della nostra comunità e della salute dei nostri figli andrebbero coinvolti anche i cittadini di San Cassiano e Nociglia”.

“L’aspetto più preoccupante – prosegono - è il fatto che per legge gli impianti di questo tipo devono essere ubicati ad almeno 200 metri dalle abitazioni, ma il tempio crematorio del Salento sarà costruito in una zona di ampliamento del cimitero di Botrugno che dista solo 50 metri dalla prima abitazione e nelle immediate vicinanze di un’azienda di agricoltura biologica”.

Il movimento rivolte quindi un appello aperto ai sindaci di San Cassiano, Gabriele Petracca e Nociglia, Massimo Martella, per approfondire da parte loro, gli aspetti dell’impatto ambientale che potrebbe essere associato alle emissioni in atmosfera.

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