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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Palazzo delle poste, sulla destinazione si pronuncia l'aula. Passo indietro del dirigente

Il responsabile del settore Urbanistica, che ha istruito l'istruttoria e rilasciato ad ottobre il permesso a costruire, ha avviato ieri l'iter di revoca in autotutela. Della questione sarà ora investito il consiglio, competente per tutte le varianti

LECCE – Sulla sorte del palazzo delle Poste, in piazza Libertini, deciderà il consiglio comunale. Un passaggio sul quale, almeno dal punto di vista politico, in commissione Urbanistica oggi si sono detti tutti d’accordo.

Il dirigente del settore Urbanistica, Luigi Maniglio, che ieri ha avviato l’iter di revoca in autotutela del permesso a costruire concesso a ottobre, ha confermato però di essere personalmente convinto che la destinazione residenziale accordata alla nuova proprietà sia compatibile con quella che l’edificio ha sempre avuto sin dal 1927: attrezzature per l’istruzione e civili di carattere urbano, quindi direzionale, commerciale limitatamente alla vendita al dettaglio, amministrativo, sociale e culturale, nel solco di quella vocazione pubblica che gli estensori del Piano regolatore vollero dare al comparto G, di cui l’immobile fa parte insieme alla villa comunale e alla scuola Cesare Battisti.

Il passo indietro, ha spiegato il dirigente, dipende sia da una più attenta analisi della giurisprudenza in materia di vincoli e di decadenze - cosa che per le vie brevi dovrebbe aver fatto l'avvocatura comunale -, sia dalla rilevanza acquisita dalla vicenda la scorsa settimana, con la richiesta da parte dei consiglieri Scorrano (di maggioranza) e Salvemini di un approfondimento con il dirigente di settore, anche alla luce della lettera esposto che sarebbe stato indirizzato al procuratore della Repubblica e per conoscenza al prefetto e a diversi consiglieri.

Ma le perplessità sull’iter amministrativo seguito relativamente al progetto che prevede la realizzazione di appartamenti al primo, al secondo e al terzo piano del palazzo, erano state espresse sin dal mese di settembre dal consigliere Antonio Torricelli del Pd il quale ha poi riproposto il tema nel consiglio comunale del 18 dicembre e in una lettera inviata la scorsa settimana al sindaco, Paolo Perrone, e all’assessore Severo Martini, che già giovedì scorso, aveva detto di essere pronto al passo indietro che ieri è stato formalmente sancito dal suo dirigente. La Mr Investments di Campobasso, proprietaria del palazzo, ha dieci giorni per la presentazione di osservazioni che comunque non saranno vincolanti ai fini del procedimento di revoca del permesso.

manigliomartini-2Torricelli ha oggi rammentato che il Comune, una volta perfezionata la revoca, dovrà restituire i 30mila euro già versati per rate di costo di costruzione e contributo per opere di urbanizzazione primaria e secondaria sull’importo complessivo determinato in circa 113 mila euro, ma anche svincolare la polizza fideiussoria contratta dalla proprietà, “sperando che la storia finisca qui”. Il timore dell’esperto consigliere è infatti che si possa aprire un lungo contenzioso.

Per Lecce Bene Comune, che non ha dubbi nel qualificare l’operazione come una variante urbanistica,  “il dato rilevante resta di carattere politico ed è l’ennesima conferma di quanto più volte segnalato: Il governo del territorio della città avviene in una condizione di generale incertezza, un fatto ormai insostenibile per Lecce. Di fronte ad una evidente situazione di obsolescenza della strumentazione urbanistica vigente, non adeguata a mutate condizioni di contesto in ordine alle attese, e dimostrata dalle continue varianti che bussano agli uffici tecnici, l’amministrazione comunale si libera irresponsabilmente dei suoi doveri pianificatori, lasciando totalmente inespressa la sua podestà nella tutela degli interessi pubblici”. 

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