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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

parte l'ULTIMATUM AL PD: "NO ALLE PRIMARIE O SI ROMPE"

Avvertimento dei partiti minori del centro sinistra, a poche ore dall'assemblea provinciale del Pd: Idv, Verdi, Socialisti e Pdci dicono no alle primarie e chiedono la ricandidatura di Pellegrino

Mancano ormai poco all'assemblea del Pd, che presenterà le prospettive operative sul proprio percorso per le prossime provinciali. E proprio mentre sembrano poter salire le quotazioni delle cosiddette primarie, arriva un'importante presa di posizione da parte di quelli che Giovanni Sartori definirebbe i "nanetti", ossia i partiti minori della coalizione (Partito Socialista, Italia dei Valori, Verdi, Partito dei comunisti italiani) che chiariscono: "Il dibattito in corso nella maggioranza di centro sinistra che guida l'amministrazione provinciale, vede confrontarsi posizioni diverse in ordine alla costruzione dello schieramento che dovrà presentarsi nella prossima campagna elettorale. Il Pd ha attivato un proprio percorso interno imperniato sulla centralità delle primarie quale strumento ineludibile per scegliere il candidato presidente, pur esprimendo un giudizio fortemente positivo sull'esperienza guidata dal senatore, Giovanni Pellegrino". Le forze politiche minori del centrosinistra ritengono questa posizione "una sottovalutazione del confronto all'interno della coalizione", con una sostanziale proposta di adeguamento alla linea del Pd "di aderire alla proposta delle cosiddette primarie di coalizione, ed una contraddittoria valutazione in ordine al ruolo ed all'importanza della riconferma della candidatura Pellegrino, da tutti condivisa sulla base della positiva esperienza unitaria della coalizione".

"L'unità della coalizione - sottolineano -, la pari dignità fra le diverse culture politiche, la collegialità nelle scelte e la centralità del ruolo del Consiglio sono stati i tratti qualificanti dell'azione di governo del presidente Pellegrino: un patrimonio che non vogliamo disperdere ed un punto di forza per affrontare la prossima tornata elettorale. Si tenga inoltre conto che la scelta dell'Udc di presentarsi con proprie liste al di fuori dei due schieramenti, prospetta uno scenario elettorale tripolare del quale occorre tenere conto". "E' fondamentale quindi - precisano i partiti minori - che la scelta di candidati presidenti ricada su soggetti capaci di andare oltre i confini del centro sinistra, attraverso un confronto leale ed aperto con quell'area moderata che ha già mostrato in questi mesi di apprezzare alcune scelte del governo provinciale esprimendo, di volta in volta, il proprio consenso libero da vincoli pregiudiziali di coalizione. Per tutto questo riteniamo di confermare la proposta già avanzata della candidatura a presidente della provincia del senatore Pellegrino, invitando quindi il Pd a riconsiderare la propria indicazione per le primarie, alla luce delle non felici esperienze già fatte e delle nuove condizioni politiche che si vanno configurando".
I partiti avvertono che se la scelta delle primarie venisse confermata, "porterebbe inevitabilmente alla rottura dei vincoli di coalizione ed alla conseguente apertura di una nuova fase politica, anche alla luce di quanto sta accadendo a livello nazionale intorno alle modifiche della legge elettorale per le elezioni europee".

Intanto l'esponente Pdl, Saverio Congedo, polemizza con l'assessore regionale all'ambiente Michele Losappio sulla consegna ai bambini e a ragazzi in visita al consiglio regionale della bandiera della pace, precisando che mai il consiglio regionale precedente, presieduto da Mario De Cristofaro, "abbia deliberato di sostituire la bandiera tricolore e quella della Regione con il vessillo arcobaleno, e tanto meno di dotare i bambini che ospitiamo di tale drappo e non di quelli che rappresentano la nazione e l'istituzione. Si decise soltanto di aggiungerla sui pennoni dei nostri uffici a quelle istituzionali in una particolare fase storica in cui il tema della Pace - quella vera, fondata sui diritti umani - era in cima a tutte le attenzioni. Ed infatti tale bandiera è oggi opportunamente scomparsa dai pennoni della sede del Consiglio".

"Nel frattempo - precisa Congedo -, l'arcobaleno ha smesso di essere un simbolo comunque universale per rattrappirsi intorno ad una lista di estrema sinistra, così penalizzata dagli elettori italiani (ed, ancora di più, da quelli pugliesi) da non essere più presente nel parlamento italiano"

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