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Politica Gallipoli

Pass in deroga, dopo il sequestro accuse incrociate e parole al vetriolo

Minerva attacca Gallipoli Futura: "In passato ha sponsorizzato amici". Interrogazione di Fasano e Cataldi: "Fornisca la lista dei nomi"

GALLIPOLI – S’inasprisce lo scontro politico a Gallipoli sul terreno dei pass rilasciati dal Comune. Un terreno sempre più minato, perché, dopo il sequestro disposto ieri dalla Procura della lista del 236 beneficiari (in prima istanza negata per ragioni di privacy dalla polizia locale al gruppo di opposizione Gallipoli Futura), volano ora parole al vetriolo fra il sindaco Stefano Minerva e i rappresentanti dell’associazione civica che siede sui banchi della minoranza, il capogruppo Flavio Fasano e il vice Giuseppe Cataldi.

Tutto nasce, oggi, dalle dichiarazioni del primo cittadino a margine dell’accesso dei carabinieri nella sede della polizia locale. Minerva, attaccando di petto gli avversari politici, li ha accusati di “un’azione politica completamente assente fondata soltanto sul pettegolezzo e sulla continua richiesta di interventi dell’autorità giudiziaria”.

Minerva si è detto contento del fatto che la Procura possa verificare un comportamento, quello dell’amministrazione, che ritiene “trasparente e del tutto legittimo”. “Ricordo – ha aggiunto - che la deroga dei pass per il centro storico nasce proprio con il regolamento stesso nel 2009, quando io non ero nell’assise comunale. Da allora si sono susseguiti ben tre sindaci e ben tre commissari prefettizi, ma la questione deroga è rimasta invariata”. “Nel suddetto regolamento – ha proseguito - sono previsti dei casi particolari vagliati dal sindaco e dall’amministrazione: casi speciali, di bisogno, di assistenza o casi personali in cui il pass può essere rilasciato”.

Pass, l'accusa di Minerva a Gallipoli Futura

Non solo. Minerva ha proseguito accusando il gruppo consiliare Gallipoli Futura di aver disertato la discussione del regolamento portato in Consiglio comunale. “Frutto a sua volta – ha precisato - di una commissione consiliare durata diversi mesi in cui Gallipoli Futura non ha mai dato un contributo politico all’azione amministrativa”.

Un punto in particolare, però, ha fatto andare su tutte le furie Fasano e Cataldi, quello in cui Minerva ha dichiarato: “Sembra strano come lo stesso gruppo consiliare,  negli anni passati, abbia richiesto dei pass in deroga per persone che, pur avendo questioni personali per la richiesta, erano ‘sponsorizzate’ come loro amici. Non capisco dunque perché si possano fare due pesi e due misure: noi  valutiamo ogni richiesta e se riteniamo fondato il motivo della stessa concediamo il pass come previsto da regolamento”.

Il sindaco ha anche rivendicato il lavoro della sua amministrazione, che ha condotto alla diminuzione di mille unità dei pass rilasciati tramite apposita commissione e nuovo regolamento. “Come sempre demagogia e richiamo al complotto, ma la nostra azione è lineare e trasparente per il bene dei cittadini. Il regolamento parla chiaro e l’azione è legittima: esercitiamo le prerogative che un regolamento consiliare prevede, oggi così come dal 2009”, ha concluso.

La replica dei due interessati non s’è fatta attendere, tanto che oggi sono partiti in quarta con un’interrogazione urgente a risposta scritta. Il primo punto è il sequestro dei pass autorizzati ad personam per la Ztl, dall’11 aprile 2019 fino a ieri,  in deroga al regolamento comunale.  Riferimento è l’articolo 12, che nell’interrogazione citano per intero. Il nodo è rappresentato dall'ultimo capoverso.

Ztl: cosa dice il regolamento

Per disposizioni dell’Autorità Giudiziaria, per matrimoni (massimo n.03 pass), funerali (massimo n.03 pass), manifestazioni, traslochi, per acquisto di medicinali presso la farmacia sita nella ZTL, riprese fotografiche e/o cinematografiche, nonché per operatori di stampa, agenzie immobiliari che documentino disponibilità di immobili siti nel Centro Storico (n.01 pass) , tecnici riparatori, a seguito di richiesta presentata secondo le modalità specificate nell’art.9, punto 6, del presente Regolamento, contenenti l’indicazione delle targhe interessate, potrà concedersi a cura del Comando di P.M. apposito pass con validità limitata secondo le esigenze”.

“Qualora si rendesse necessario, urgente ed indifferibile l’accesso nella ZTL, nei casi di urgenza sanitaria o di sicurezza pubblica o di pubblica utilità strettamente connessa ai servizi pubblici essenziali (ex L. 146/90), sarà possibile accedere nella ZTL senza preventiva autorizzazione. In questo caso, per fermare l’iter di avvio del procedimento sanzionatorio, entro 7 giorni dall’accesso, l’interessato dovrà presentare al Comando di P.M. idonea documentazione giustificativa che, se ritenuta valida, sospenderà immediatamente la procedura di emissione della sanzione”.

“Al Sindaco e/o all’Assessore delegato è attribuita, in casi eccezionali e/o particolari, in seguito all’esame di documentata istanza, la facoltà di operare deroghe a quanto stabilito nel presente Regolamento, a loro insindacabile giudizio”.

"Sindaco, fornisca elenco e copia dei pass"

Sulla questione, i consiglieri di opposizione, in risposta all'attacco politico sulla loro assenza in Consiglio al momento del voto, aggiungono, dunque, che “l’intero ultimo capoverso è stato da lei (riferito al sindaco, Ndr) inserito con delibera di Consiglio comunale numero 26 del 13 maggio 2017 e votato con i soli dodici voti della sua maggioranza consiliare”. Ma è un altro aspetto delle dichiarazioni di Minerva – come anticipato -, che indispettisce i due consiglieri, i quali, infatti, rimarcano in particolare il passaggio in cui ha asserito che il gruppo Gallipoli Futura, negli anni passati, abbia richiesto dei pass in deroga per persone che ha definito “sponsorizzate come loro amici”.

Fasano e Cataldi trovano che quest'affermazione circa un presunto interessamento negli anni passati di Gallipoli Futura sia del tutto falsa e lesiva dell’immagine della formazione politica. La domanda finale a Minerva, dunque, è di fornire elenco e copia dei pass ai quali il primo cittadino si riferisce, lasciando intendere che senza una prova concreta la questione potrebbe spostarsi dal palazzo comunale a quello di giustizia.

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