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Rinnovamento, ora ci prova il Pdl: a 65 anni in pensione. Ma ci sono le “deroghe”

Il Pdl si riorganizza ponendo il limite anagrafico e quello politico di tre legislature agli aspiranti deputati e senatori. Ma la casistica delle eccezioni è ampia e i seggi probabili sono molto meno di quelli conquistati nel 2008

LECCE – Mentre nel centrosinistra scoppia e rientra il caso delle dimissioni “irrevocabili” ma revocate di Sergio Blasi da segretario regionale del Pd in polemica con le scelte della Direzione nazionale, dall’altra parte della barricata il centrodestra sta riorganizzando le truppe.

Scampato il pericolo di un poco onorevole 8 settembre – all’insegna del si salvi chi può – i luogotenenti di Silvio Berlusconi passano da un incontro serrato ad un altro, ben sapendo che il potenziale di seggi a disposizione dovrebbe essere dimezzato rispetto alle ultime elezioni politiche.

Così, nonostante spintoni e gomitate per occupare i posti utili, la linea nazionale che sta emergendo, almeno nelle intenzioni, è quella di avviare un’operazione di rinnovamento della pattuglia parlamentare partendo da due criteri numerici: nessun aspirante deputato o senatore over 65 o con tre legislature complete alle spalle.

Come sempre accade con i buoni propositi, molto dipenderà dalle deroghe, oltre a quella, scontata, di Silvio Berlusconi. E, par di capire ce ne saranno: per chi si è distinto nell’attività parlamentare, per chi ha un radicamento particolare sul territorio, per chi ha contribuito alla reputazione del partito.

Gli orientamenti generali del Pdl, comunque, strizzano l’occhio alle nuove ambizioni, come quelle di chi, alle scorse amministrative, ha arrestato la rimonta del centrosinistra, blindando lo storico successo di Paolo Perrone e, a livello provinciale, determinando un sostanziale pareggio. Sul territorio il centrodestra dispone di un gruppo di colonnelli – tra i 35 e i 45 anni – che sono in grado di drenare consenso ai più anziani e di poter rivendicare la rappresentanza degli interessi dei cittadini. Roberto Marti è tra questi nuovi “campioni”.

Per i giovani del Pdl – scrive Giorgio Pala – le indicazioni sulla selezione vanno nella direzione giusta. C’è però un terzo criterio da rispettare: per candidarsi sarà necessario dimostrare la regolarità contributiva e la lealtà alla politica del partito. L’intento è quello di scoraggiare personaggi dell’ultima ora.

Anche Futuro e Libertà, nel Salento, è al lavoro: la base dei dirigenti locali e degli amministratori è pronta a fare quadrato su Paolo Pellegrino, coordinato provinciale. I finiani salentini ambiscono ad un posto utile nel listino regionale e pensano di avere i numeri per far valere le loro ragioni sui tavoli romani e baresi.

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