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Chirurgia Pediatrica, continua l'occupazione: "Da qui non ci muoviamo"

Il presidente del comitato Pro-Ferrari ha chiesto l'intervento del prefetto. Si punta ad un tavolo di concertazione tra Asl, Regione e i due Comuni di Gallipoli e Casarano

CASARANO – Continua l’occupazione del reparto di chirurgia pediatrica dell’ospedale di Casarano. La protesta contro il trasferimento dei macchinari della chirurgia pediatrica verso l'ospedale Vito Fazzi di Lecce, inscenata venerdì 13, e che ha scatenato reazioni di forte tensione, non si è esaurita. Anzi.

A dare man forte la comitato cittadino “Pro Ferrari” sono arrivati anche alcuni genitori di bambini che sono stati ricoverati in reparto. E l’occupazione è sostenuta, in forma spontanea, da molti cittadini e persino da alcuni pazienti del “Ferrari” che si sono offerti di coprire i turni così da mantenere in vita il presidio 24 ore su 24.

“Si tratta di una protesta assolutamente pacifica – ci tiene a precisare il presidente del Comitato Claudio Casciaro -: presidiamo la chirurgia pediatrica ma senza intralciare l’attività dei medici e con grande rispetto di chi lavora all’interno dell’ospedale e di chi è ricoverato, compresi i bambini presenti”.

L’obiettivo di questo atto di forza è chiaro: impedire la chiusura del reparto e lasciare immutata la situazione fino a quando i giudici del tribunale amministrativo, il 20 febbraio, non si pronunceranno sull’intero piano di riordino impugnato dall’amministrazione guidata da Gianni Stefano. Intanto gli arredi e i macchinari del reparto di chirurgia pediatrica sono ancora lì, mentre, nonostante le resistenze dei manifestanti, si è proceduto a trasferire un'incubatrice.

“Dovrebbe prevalere il buon senso – commenta Casciaro – perché nell’attesa di quella sentenza non è opportuno chiudere i reparti per poi rischiare di dover fare marcia indietro. Noi siamo disponibili al confronto con le parti, ma ogni azione deve partire dal bisogno di salute espresso dal territorio: il comprensorio di Casarano ha un’alta densità di bambini e ragazzi in età pediatrica ed il punto nascita del Ferrari, negli anni, si è qualificato come di altissimo livello, diventando punto di riferimento per le partorienti ma anche per il lavoro di alto profilo della chirurgia”.

Come è noto, il territorio si sta battendo contro il declassamento dell’ospedale a livello base: “Sarebbe stato sufficiente aggiungere 2 posti in più presso l’Utin, l’unità di terapia intensiva neonatale, per salvare il reparto – aggiunge il presidente -: non si capisce perché abbiano preferito chiudere e tagliare, pur di rientrare in qualche piccolo parametro, mettendosi contro la volontà della comunità locale che è invece intenzionata a salvare e potenziare questa eccellenza medica”.

Alla protesta ha aderito anche una parte delvariegato mondo dell’associazionismo, laico e religioso. Il comitato “Pro Ferrari” sta quindi serrando le fila e nel pomeriggio incontrerà a Bari gli altri comitati spontanei, fioccati in tutta la regione per difendere gli interessi dei singoli nosocomi e dei interessati dalle disattivazioni previste dal piano di riordino.

Intanto il Comitato confida sull’intervento della prefettura di Lecce, direttamente coinvolta sabato 14 ottobre, affinché venga aperto un tavolo di concertazione con il coinvolgimento della Asl di Lecce, la Regione Puglia e le amministrazioni comunali di Gallipoli e Casarano, coinvolte in un progetto di realizzazione di un unico ospedale di 1° livello articolato su due presidi.

"Riteniamo che la strada della mediazione sia sempre la soluzione migliore, solo che questo navigare a vista da parte della direzione generale dell’azienda sanitaria a noi non sta bene. Bisogna ripartire da un discorso complessivo di progettazione delle risorse, tenendo presenti le richieste di sanità che vengono dal territorio, fermo restando che i reparti di Casarano solo l’anno scorso hanno raggiunto performance migliori del Vito Fazzi di Lecce”, conclude Casciaro. 

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