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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Pellegrino stuzzica: "Gabellone ha l'isteria del buco"

Il Pd si smarca dall'aumento dalla Rc auto. Con i vertici provinciali del partito, i due ex inquilini di Palazzo dei Celestini. Ria: "Un film già visto e preparato, allarmi sin dal primo giorno"

LECCE - Più che una conferenza sembra una prova di resistenza, con podisti di eccezione. C'è Lorenzo Ria, che le maratone le corre davvero ed infatti, quanto a durata dell'intervento fai il vuoto, ma ci sono anche Giovanni Pellegrino, Loredana Capone e tutto lo stato maggiore provinciale del Partito democratico, convocato per illustrare la posizione della minoranza a Palazzo dei Celestini rispetto alla "drammatica" situazione contabile che ha spinto il presidente Gabellone ad annunciare l'aumento dell'aliquota della Rc auto fino al 3,5 per cento su base triennale (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=28402).

Una misura largamente impopolare, che si innesta in un comparto già abbondantemente vessatorio per i comuni cittadini, ma che nelle prime ore aveva trovato una sponda nelle dichiarazioni pubbliche degli esponenti democratici i quali avevano infatti parlato di "gesto di responsabilità" dinanzi all'irreparabile, pur ponendo alcune esplicite condizioni (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=28410). Le notti, evidentemente, hanno portato consiglio al Pd che ha dunque corretto il tiro e scelto la linea sulla quale attesterà la trincea in vista del Consiglio provinciale della prossima settimana: il centrodestra, con l'ultimo, disperato allarme cercherebbe solo di coprire i tagli voluti dal Governo Berlusconi sui finanziamenti agli enti locali.

E per farlo Gabellone va ripetendo sin dal giorno del suo insediamento il mantra sul pericolo di dissesto finanziario. "Ha l'isteria del buco", ha detto Giovanni Pellegrino, secondo il quale l'attuale maggioranza starebbe scontando due fattori oggettivi di difficoltà ed uno soggettivo: la riduzione dei trasferimenti centrali, la crisi economica generale che ha determinato minori entrate tributarie, ma anche l'assoluta mancanza di "uno straccio di programma" che possa caratterizzare l'attuale amministrazione rispetto ai quindici anni precedenti in cui la Provincia aveva assunto "un ruolo di centralità" nella vita del territorio salentino.

"Gabellone mi fa tenerezza", ha aggiunto l'ultimo presidente del centrosinistra, mettendo in evidenza come l'ossessione di questi mesi da parte della maggioranza verso il centrosinistra e le presunte responsabilità nella creazione di un buco che per il Pd non c'è mai stato (in allegato la relazione di Luigino Sergio, vice presidente nel primo mandato di Lorenzo Ria), siano l'unica argomentazione possibile per non dover tirare in ballo il Governo nazionale, nel quale siede anche il ministro Raffaele Fitto, cui l'attuale presidente della Provincia è notoriamente vicino.

A Lorenzo Ria il compito di smontare la tesi della "pesante eredità", tirata in ballo da Gabellone e Macculi - l'assessore al Bilancio - sin dai primissimi giorni di insediamento a Palazzo dei Celestini. Rassegna stampa alla mano, il parlamentare dell'Udc ha riletto titoli e dichiarazioni del centrodestra. Ora allarmistiche, talvolta rassicuranti, ma sempre molto univoche nello scaricare la responsabilità di difficoltà strutturali o contingenti sulle precedenti amministrazioni. La sostanza del ragionamento tecnico, sciorinato dal deputato di Taviano, è semplice: nel 2011 verranno a mancare 6 milioni e mezzo di trasferimenti dallo Stato, che diventeranno 8 negli anni successivi.

E' questo il terreno che sarebbe venuto meno sotto i piedi della maggioranza e non un problema "tecnico" di doppia iscrizione di una voce - da 7 milioni - in entrata. Su quest'ultima cifra si starebbe consumando, del resto, il patatrac contabile: in poche parole, la Provincia pensava di poter iscrivere a bilancio la somma fino a quando gli uffici ministeriali hanno chiarito che quei soldi erano stati già versati. E così i 7 milioni, che aggiunti ai 5,5 già noti fanno il 12 per cento della spesa corrente annuale dell'ente, diventano un fardello troppo pesante per qualsiasi spalla.

Rispetto al da farsi, perché comunque c'è un bilancio da approvare e un dissesto da scongiurare, il Pd è parso chiaro solo su una cosa: non avallerà l'aumento della tassazione perché, lo ha sostenuto Cosimo Durante, la strategia della maggioranza sarebbe quella di compensare, per questa via, la drastica riduzione dei finanziamenti che arrivano da Roma. Quello che ci vuole, secondo il Pd, è una ristrutturazione generale dell'ente alla luce delle minori disponibilità finanziarie generali.

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