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"Le pensioni non si toccano": i sindacati manifestano contro i tagli del governo

Cgil, Cisl, Uil e categorie hanno incontrato il prefetto Cucinotta per chiedere il rispetto degli accordi che prevedono la piena rivalutazione delle pensioni contro la sforbiciata della legge di Stabilità

LECCE – Giù le mani dalle pensioni: il grido dei sindacati si è levato dalla prefettura di Lecce, questa mattina, in un coro di rivendicazioni che ha idealmente unito anche i lavoratori del grande Salento, Brindisi compresa.

A un passo dal Capodanno, le segreterie dei pensionati di Spi-Cgil, Fnp Cisl e Uilp-Uil unitamente alle confederazioni di Cgil, Cisl, Uil di Lecce e Brindisi sono scese nuovamente in strada per combattere contro quei provvedimenti del nuovo esecutivo che respingono al mittente.

La protesta questa volta è indirizzata agli annunciati tagli alle pensioni, previsti dalla legge di Stabilità: i sindacati chiedono, al contrario, il rispetto degli accordi che prevedono la piena rivalutazione delle pensioni a partire dal 1°gennaio 2019.

Il governo, lo ricordiamo, prevede la rivalutazione solo per gli assegni fino a mille e 522 euro, mentre al contrario, per gli assegni superiori, scatterà una stretta sulla rivalutazione all'inflazione. Ed anche su Quota 100 si prevede un taglio corposo, pari a 2,7 miliardi di euro decurtati dal fondo che finanzierà la misura, riducendolo a soli 4 miliardi di euro.

“Si tratta di una questione di equità. Da anni chiediamo che venga finalmente riconosciuto ai trattamenti pensionistici un meccanismo di rivalutazione che risponda ai reali bisogni di milioni di pensionati e pensionate – hanno spiegato i rappresentanti sindacali -. Anche il governo “del cosiddetto cambiamento” si allinea alle prassi consolidata, colpisce e fa cassa con i pensionati e non agisce in modo forte e determinato, ad esempio contro l’evasione fiscale”.

I segretari sono stati ricevuti in Prefettura dove hanno consegnato un documento unitario alla rappresentante del governo, Maria Teresa Cucinotta, la quale lo ha poi inviato alla presidenza del Consiglio dei ministri e ai presidenti di Camera e Senato.

L’obiettivo? Sollecitare un immediato confronto sulle problematiche tra le quali, appunto, la mancata rivalutazione delle pensioni, ferma al 2012 rispetto al costo della vita.

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