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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Perrone e la giunta algebrica: assessori in proporzione

Saranno 12 gli uomini chiave del Consiglio che verrà. Ad An quattro posti, tre invece a Forza Italia. Ma nel summit del centrodestra brilla l'assenza di Adriana Poli Bortone

"Decido io, solo e soltanto io. E la Giunta sarà a dodici". L'esordio di Paolo Perrone nel corso del summit esplicativo dei vertici di centrodestra, tenuto in mattinata presso l'hotel Tiziano di Lecce, è stato forte e chiaro. Ci sarà un criterio matematico fondato sulle leggi del proporzionale nello stabilire i ruoli chiave della Giunta in fieri. Dunque, "un assessore per ogni due consiglieri eletti", ha spiegato Perrone. Niente di più logico, per chi, una laurea alla Bocconi in Economia, è abituato a contare numeri. S'è presentato mattiniero, il sindaco, alle 9 in punto, precedendo e accogliendo tutti. Ha fatto gli onori di casa, insomma.

Ma c'è anche un antefatto. Forse non di poco conto. E che potrebbe spiegare il grande vuoto lasciato in sala da Adriana Poli Bortone. Il coordinatore regionale di An, sindaco uscente, prossimo vicesindaco, a margine della visita di ieri di Luca Cordero di Montezemolo, in occasione dell'ottantennio degli industriali, ha avuto un lungo colloquio proprio con Perrone. Non si sa cosa si siano detti. Ma tant'è: oggi Adriana Poli Bortone è mancata all'appuntamento. "Dovreste chiederlo a lei perché non è venuta", il laconico commento del nuovo sindaco.

Dunque, il Consiglio che verrà. Secondo il criterio adottato da Perrone, Alleanza nazionale disporrà di quattro assessorati su nove consiglieri eletti. E non di cinque, come avrebbe desiderato proprio l'ex sindaco, rimarcando l'exploit elettorale di An e che proprio oggi viene festeggiato in piazza Sant'Oronzo, alla presenza del presidente provinciale del partito, Ugo Lisi. Sempre secondo la logica del proporzionale, a Forza Italia spetteranno tre assessorati su sette uomini eletti. La Città (tre eletti), Lecce città del mondo e Udc (due eletti a testa) avranno invece un assessorato. E si arriva così a dieci.

Restano dunque in sospeso due scranni. Più la presidenza del Consiglio. In questo caso "penso a chi ha avuto il coraggio di portare avanti un suo progetto politico", ha spiegato Perrone. E allora, ecco che ritorna in lizza il nome de La Città. Così come si evince chiaramente quello della Democrazia cristiana per le autonomie, dove è stato riconfermato Alfredo Pagliaro, assessore uscente. Ma non solo, perché dovrebbe ritornare in auge anche Alleanza nazionale, considerando proprio il ‘tredicesimo uomo in campo', ovvero la già citata presidenza del Consiglio.

Si è trattato di un incontro chiarificatore, quello di oggi. Importante, certo, ma non definitivo. Quantomeno, è servito a stabilire un criterio, a dare una forma sulla quale ci si dovrà necessariamente basare. Perché se nel centrosinistra, dopo il voto, i malumori intestini sono stati decisamente molto forti, nel centrodestra vittorioso non sono comunque mancate istanze avanzate sul tavolo degli accordi e qualche inevitabile bocca storta. Ecco, allora, il tocco algebrico di Perrone a mettere pace alle anime in pena. La matematica, almeno quella, non è un'opinione.

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