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Emergenza senzatetto, Perrone alla Regione Puglia: "Dateci gli edifici liberi"

Il sindaco ha sollecitato la disponibilità di immobili inutilizzati presenti in città. Con una nota urgente Elena Gentile ha invece invitato il Comune a presentare progetti defintivi per i finanziamenti già disponibili. Il rebus di Masseria Ghermi

LECCE – Per affrontare le emergenze sociali, e in particolare quella dei senza fissa dimora, il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, si è rivolto alla Regione Puglia chiedendo la disponibilità degli immobili non utilizzati presenti in città.

Il primo cittadino, nel corso della presentazione del Piano sociale di zona 2014-2016,  non ha perso l’occasione di sollecitare gli esponenti politici del centrosinistra, in particolare Carlo Salvemini, a patrocinare la causa rinunciando a fare il “genio guastatore”, di quello cioè sempre pronto a sottolineare le mancanze dell’amministrazione comunale.

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L’area del vecchio “Vito Fazzi”, l’ex ospedale "Galateo": sono solo due degli esempi, ha detto Perrone, di un patrimonio molto vasto, al quale si potrebbe attingere per venire incontro alle sempre più pressanti esigenze in tema di povertà, disagio, assistenza: “Ciascuno faccia la sua parte”.

A fare da sfondo all’intervento del primo cittadino, il dramma di Dino Martina e Veronica Piggini, i cui cadaveri sono stati ritrovati nel fondo di una cisterna situata al di sotto della vecchia casa nella quale avevano trovato un rifugio.

E alla tragedia di via Taranto si ispira anche la comunicazione urgente che l’assessore regionale al Welfare, Elena Gentile, ha inviato al Comune di Lecce e al prefetto, Giuliana Perrotta, proprio mentre Perrone lanciava stilettate ai suoi avversari politici. Due i punti principali della missiva, riguardanti uno la disponibilità dei fondi europei per la realizzazione di strutture e di servizi per il pronto intervento sociale e l’altro l’obiettivo specifico previsto nel Piano regionale delle Politiche sociali 2013-2015 per le misure a contrasto della povertà.

Rispetto al primo punto, l’assessore ha ricordato al sindaco che già in sede di Conferenza provinciale permanente, convocata presso la prefettura nel giugno scorso, la rappresentante della Regione Puglia - Serenella Pascali - aveva richiamato l’amministrazione a richiedere in fondi per un intervento specifico, dietro presentazione di un progetto dettagliato e di livello esecutivo.

Sul secondo punto, invece, Elena Gentile ha rammentato al sindaco di Lecce che proprio nella Conferenza dei Servizi di dicembre in cui si è stato approvato  (ma con prescrizioni al cui soddisfacimento resta vincolato l’effettivo finanziamento regionale) il Piano sociale di zona presentato oggi, la Regione Puglia ha invitato il Comune “a mettere a fuoco in modo più puntuale, gli interventi al fine di dotare anche l’area urbana di Lecce di apposita struttura per il pronto intervento, oltre che di consolidare la partnership con le reti private, in particolare vocate alla distribuzione di pasti e altri generi di prima necessità, al fine di assicurare le risorse per le gestione della struttura che potrà essere realizzata attingendo alle risorse aggiuntive Fesr”. Il Comune quindi, chiede immobili mentre la Regione Puglia replica confermando le disponibilità ai finanziamenti strutturali “cercando di rendere residuali gli interventi economici di natura emergenziale”.

Ma una struttura l’amministrazione già ce l’avrebbe ed è Masseria Ghermi, bene sottratto alla criminalità organizzata e il cui progetto di recupero è stato finanziato dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Il Comune di Lecce si è complicato da solo la vita “mandando in fumo” – lo ha messo in evidenza Antonio Torricelli del Pd in una nota del 30 gennaio scorso – trenta mesi di lavoro a causa di errori relativi alla procedura. L’agenzia ha quindi confermato la disponibilità dei finanziamenti, imponendo però di annullare la gara d’appalto alla luce degli errori rilevati. E’ chiaro quindi che, alla luce del protrarsi dei tempi, non può essere quell’immobile la risposta più immediata al problema dei senza fissi dimora di Lecce.

E sempre Torricelli, che è vice presidente del consiglio comunale, ha già chiesto delucidazioni agli uffici comunali sui circa 30 immobili ricevuti dal ministero della Giustizia con destinazione vincolata a utilità sociale e alloggi per indigenti. Ad oggi non ha ricevuto risposta su quale sia l’ubicazione, la consistenza e la condizione attuale. 

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