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Perrone: "La mensa dei poveri, città degli invisibili"

Il vicesindaco, candidato per il centrodestra, prosegue la sue campagna fra le realtà disagiate del capoluogo. Nei giorni scorsi, la nuova tappa, "senza telecamere al seguito", sottolinea

"I quartieri della città degli altri" è la nuova campagna di Paolo Perrone, inaugurata la scorsa settimana. L'attuale vicesindaco sta visitando in questi giorni i luoghi del disagio, per prendere nota, conoscere da vicino vicende difficili. Dopo la casa circondariale di borgo San Nicola, è stato presso la mensa dei poveri. Qui ha incontrato diverse persone, con storie difficili alle spalle e vite spesso sospese a un filo.

"Giuseppe e Leonardo, fratelli ed ex detenuti, la notte dormono sui treni", racconta Perrone. "E per mangiare - è uno dei piccoli grandi miracoli compiuti ogni giorno dal volontariato cattolico - si rivolgono alla mensa dei poveri delle suore di San Vincenzo, dove sono stato nei giorni scorsi in privato, sfuggendo per un attimo alla compagnia quotidiana delle telecamere. La mensa dei poveri, un altro dei quartieri invisibili della "città degli altri", un'altra di quelle realtà cui passiamo accanto, nella vita quotidiana, senza scorgere gente di tutte le età e di tutte le razze costrette a fare i conti ogni giorno con la vita, e con problemi infinitamente più grandi dei nostri".

C'è il caso di "Pia, che è anziana e ha perso del tutto i contatti con i figli: una minima pensione di reversibilità le consente a stento di sopravvivere, e se non ci fossero le suore e i volontari sarebbero guai. E Guido, che vive in una casa diroccata, fa il posteggiatore abusivo e ha problemi di salute. E ancora Maximilian, ragazzo polacco che ci capita di incontrare per strada. Fa il mimo, in centro, senza sospettare il dramma che lo accompagna ogni istante della sua vita: anche d'inverno dorme in tenda, nelle campagne di Lecce. E poi Israel, cantante di strada catalano. Anche lui giovanissimo, anche lui ha un grave problema appena arriva il freddo. Perché, se queste persone riescono a sopravvivere ogni giorno grazie alla carità delle suore di San Vincenzo (e dei frati di Fulgenzio la sera), non hanno un posto caldo dove dormire. Si arrangiano: treni, case diroccate, tende all'addiaccio".

"Anche con queste realtà terribili dovrebbe misurarsi oggi, ogni giorno, la politica- conclude Perrone. "Tocca a noi che abbiamo un tetto sulla testa provvedere a lenire il disagio di queste persone, insomma: facciamolo, tutti insieme".

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