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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Perrone replica a Salvemini: "Nessuna retrocessione"

Caso Moody's, la risposta del vicensindaco: "E' un ricollocamento della valutazione sulla base di una nuova metodologia di analisi. Lecce è al passo di altre realtà italiane e internazionali"

"Non si smentisce mai, questa sinistra: sempre pronta a lanciare accuse al prossimo senza guardare a ciò che accade in casa propria. E, soprattutto, sempre pronta a cogliere al balzo la palla dei conti comunali disastrati per avere poi la scusa pronta per aumentare le tasse". Sul caso dell ricerce di Moody's Paolo Perrone replica a Salvemini: "Lezioni di alta economia" - ironizza -, ma se il consigliere diesse fosse un po' più informato al riguardo, saprebbe come me che la valutazione dell'agenzia di rating che porta Palazzo Carafa da A2 ad A3 non è una retrocessione, bensì un ricollocamento della valutazione già fatta sul Comune di Lecce sulla base di una nuova metodologia di analisi, adottata già dall'ottobre 2006".

"Pertanto i valori di riferimento di Palazzo Carafa sono in linea con quelli rilevati lo scorso anno", spiega ancora Perrone. "Il rischio sul credito, infatti, resta saldamente attestato su un valore di 7, in una scala che va da 1 (rischio nullo) a 21 (rischio altissimo). Dunque un risultato che, al di là di quanto sostiene Salvemini, dimostra al contrario la correttezza dell'operato dell'amministrazione comunale. Non a caso il Comune di Lecce è una delle poche amministrazioni locali che, come Milano, Roma, Napoli e Bologna, può vantare non un solo rating di bilancio, bensì due".

"Non a caso - prosegue Perrone - anche Fitch, seconda agenzia di rating internazionale che ha esaminato i conti di Palazzo Carafa, dà un giudizio in linea con quanto oggi affermato da Moody's, il che ci colloca sullo stesso livello della Regione Lazio, del Comune di Napoli, della Provincia di Brescia, di una città come New York, di uno Stato come quello della California, nonché di istituti bancari prestigiosi come Capitalia, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, o di aziende come Poste italiane e Acea. Che non mi pare rischino la bancarotta".

"Inoltre - dice ancora Perrone - il principale valore che ha portato a questa rivisitazione del giudizio sul Comune di Lecce riguarda l'indice di indebitamento, che a Palazzo Carafa si attesta su un 125 per cento delle entrate correnti. Un risultato che avremmo potuto correggere, è vero, aumentando le tasse. Ma questa non è la politica della nostra amministrazione, che ha invece deciso di intervenire su questo aspetto grazie a procedure di dismissione di cespiti patrimoniali non più strategicamente rilevanti per la città. Senza poi considerare che a pochi metri da Palazzo Carafa - leggi "Provincia di Lecce" - questo indice di indebitamento si attesta sul 160 per cento, ma nessuno si preoccupa minimamente di correggerlo. Anzi, nella bozza di bilancio di previsione già presentato, è previsto un incremento dello stesso per il prossimo triennio".

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