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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Piconese a muso duro: "Resto nel Pd e voto Michele Emiliano"

Fuoco amico sul segretario provinciale che chiarisce la sua posizione, sottolineando le divisioni nazionali ed il trend positivo che invece caratterizza la segreteria locale

LECCE – Nel mare delle correnti interne al Pd, la posizione di Salvatore Piconese è rimasta in bilico. Contro il segretario provinciale del partito si è scatenato il fuoco amico di chi lo considerava con un piede fuori dal gruppo dirigente, alla luce delle sue prese di posizione non sempre allineate con la maggioranza interna.

Piconese ha deciso di rispondere, assumendo una posizione inequivocabile: “Rimango nel partito fino alla scadenza del mandato e ci tengo a sottolineare, a coloro che si esercitano a chiedere a più livelli il commissariamento del Pd salentino, che io ho vinto un congresso e oggi dirigo il partito perché legittimato da un processo democratico”.

Il segretario ha quindi colto l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Leggo e ascolto parole e frasi stucchevoli, su di me e sul Pd salentino, animate più da risentimento personale che da convinzioni politiche e ideali. È alquanto bizzarro, scagliarsi contro l’unica federazione del Partito democratico d’Italia che negli ultimi anni ha invertito il trend negativo, portando il Pd a vincere le elezioni amministrative nelle città, a riaprire i circoli per lungo tempo chiusi, a rianimare il tesseramento e a costruire il partito sul territorio”.

Il segretario sottolinea il percorso di “riconnessione sentimentale” tra il partito e l’elettorato salentino avvenuto in seguito alla sua vittoria nel congresso del 2013.  Poi la stoccata a Matteo Renzi, reo di aver determinato una serie di sconfitte politiche su scala nazionale: dalle elezioni amministrative al referendum costituzionale del 4 dicembre, dallo smantellamento dei circoli fino al calo dei tesseramenti.  

“Quello che è successo a Lecce, pertanto, è un fatto eccezionale ed in controtendenza rispetto all’andamento nazionale – ammonisce -. Qui il Pd è vincente, è radicato e seleziona la sua classe dirigente per capacità, per merito e non per fedeltà al capo di turno”.

Quindi una digressione sul futuro del Pd nell’area del composito centrosinistra: questione spinosa che porta notti insonni anche e soprattutto agli iscritti: “Credo che sia giunto il momento di voltare pagina e costruire una fase del tutto nuova per il Pd, per il centrosinistra e per l’Italia. Questi sono gli interrogativi che mi pongo insieme a migliaia di iscritti i quali vivono, come me, con grande apprensione le divisioni all’interno della nostra comunità politica che ha subito una vera scissione”.

Per dare seguito ad un “nuovo inizio”, una sorta di rinascita, Piconese annuncia la sua partecipazione al congresso ed il proprio voto al candidato più vicino alla sua linea di pensiero: Michele Emiliano. Una scelta non casuale: “Lui solo può portare nella battaglia congressuale le ragioni di chi si è battuto contro le trivellazioni delle coste pugliesi, contro la riforma costituzionale che penalizzava il Sud e contro un gruppo dirigente nazionale sordo a qualsiasi domanda di cambiamento”.

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