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Pisanò-Tondo, querelle infinita. E Marti irride la Poli

Pisanò risponde a Tondo su battuta su comitato di via Brenta: "Sia serio". La replica: "Sia serio lui". Marti su Poli: "Non vedeva l'ora si sedersi a sinistra". Da Pankiewicz nuovi attacchi a Perrone

LECCE - "Fai la persona seria". Le secca replica di ieri di Angelo Tondo, di Io Sud, al presidente del Consiglio comunale leccese, Eugenio Pisanò, ha smosso quest'ultimo a rilanciare sul piatto una controreplica. "Pensavo che il consigliere Tondo - spiega - utilizzasse questo passaggio politico per tacere o assumere comunque un atteggiamento serio e coscienzioso, ma evidentemente non appartiene per niente al suo modo di fare. Il suo affannoso tentativo di correggere le mie parole sull'ubicazione di un suo comitato elettorale dimostrano l'intento di voler sfuggire dalla sostanza delle cose".

"E' vero che il suo comitato non è mai stato in via Brenta, ma come tutti ricorderanno era comunque ubicato nel complesso degli edifici cui ho fatto riferimento, sempre di proprietà dei Guagnano, ma che semplicemente si affaccia sul lato di piazza dei Bastioni. Non mi pare - conclude Pisanò - che questo sposti di una virgola il senso delle cose che volevo riferire". La querelle tra i due ex alleati s'insinua in un più ampio turbinio di polemiche a Palazzo Carafa, dopo il rimpasto di Giunta. Accusando "toni ai limiti della decenza" gli esponenti di Io Sud, ieri, Pisanò, rompendo un lungo silenzio stampa, aveva parlato della "barzelletta della rinuncia della indennità dell'allora sindaco Poli Bortone, che oggi evidentemente pensa di parlare ad un popolo di gonzi", chiedendosi "perché non ha rinunciato ai circa 30 mila euro al mese di parlamentare europeo". Per poi concentrarsi su Tondo. "A Lecce ognuno di noi ha una sua storia politica ben precisa e c'è chi ha sbagliato una volta e si è corretto subito e c'è chi ha sbagliato e persiste a farlo, con l'arroganza di sempre, pensando di continuare a condizionare la vita di questa città. Oggi gli affari restano fuori dal Palazzo. E nessuno di noi ha mai avuto un comitato elettorale nei locali di via Brenta. Tanto devo a chi usa certa sfacciataggine".

Secca, la replica. "Pensavo che l'unico ad avere la memoria corta fosse il sindaco Perrone, invece mi sbagliavo qui c'è più di uno che non sente e non ricorda. Ora si è aggiunto anche Pisanò al quale vorrei ricordare che non ho mai avuto un comitato in via Brenta".

E intanto, il consigliere regionale Roberto Marti, ed ex assessore a Palazzo Carafa, commenta l'incontro in piazza delle varie opposizioni, avvenuto ieri (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=21823). "Finalmente Udc e Io Sud hanno fatto outing anche a Lecce. La piazzata di ieri contro il centrodestra ha avuto l'innegabile pregio di chiarire definitivamente ai cittadini che i cosiddetti moderati del terzo polo stanno a sinistra, persino insieme all'Italia dei Valori".

"Avendo la Poli governato Lecce con una Giunta da 14 assessori - aggiunge Marti - è chiaro che non può contestare a Perrone il numero degli assessori. Diventa invece ogni giorno più chiaro il motivo della sventurata e dispettosa candidatura della Poli alle regionali: è stata un cavallo di Troia che, dopo aver favorito la vittoria di Vendola, ha portato naturalmente all'ingresso ufficiale di Udc e Io Sud nell'ammucchiata che c'è a sinistra. Era già tutto deciso e stabilito, per questo ogni tentativo e disponibilità di dialogo da parte nostra e del sindaco Perrone è stata pretestuosamente respinta da Io Sud e Udc che non vedevano l'ora di sedersi accanto al senatore Maritati, ad Antonio Rotundo, all'Italia dei valori e a Sinistra e libertà".

"Chi ha vissuto le recenti vicende non solo politico-amministrative della città di Lecce, non può non sorridere vedendo Adriana Poli Bortone ammiccante e sorniona con Alberto Maritati e Antonio Rotundo. Immagini - aggiunge - che chiariscono ai cittadini leccesi che da un lato ci sono interessi particolari, rabbia per essere rimasti a secco di poltrone, rancori personali e odio; dall'altra - conclude Marti - c'è un sindaco che governa con il consenso dei cittadini, con la maggioranza venuta fuori dalle urne nel 2007 e con il sostegno di una coalizione coerente e concreta che porterà a termine il programma elettorale e si ripresenterà, serena e unita intorno a Paolo Perrone, al giudizio degli elettori. Da oggi è tutto più chiaro".

E Tondo risponde: "Piuttosto, sia serio Pisanò"

E non si fa mancare la risposta di Tondo a Pisanò, del quale dice che "è stato zitto per quattordici mesi", aggiungendo che "avrebbe sicuramente fatto meglio a prolungare il proprio silenzio, piuttosto che debuttare con polemiche sterili ed inutili. E se Pisanò pensa che in questo modo possa azzittirmi si sbaglia di grosso". Il consigliere di Io Sud, così prosegue: "Farò opposizione all'amministrazione Perrone e, a questo punto, anche a Pisanò, perché sono profondamente convinto che questa amministrazione non sa affrontare realmente i problemi della città, non riesce a proiettarsi e guardare avanti, ma cammina guardando sempre indietro".

"Nessuna idea - dice -, nessuna progettualità, ma soltanto polemiche su polemiche che non portano nulla alla città, anzi l'hanno riportata indietro di almeno 10 anni. Pisanò farebbe bene, da persona seria, a fare un giro per la città per rendersi conto del degrado delle periferie e delle decadenza sociale e culturale verso cui lentamente la città si sta avviando. Anche la questione del Pug di questi giorni è l'esempio classico di un'amministrazione incapace di affrontare i problemi della città. Perrone ha preferito distruggere il lavoro fatto dalla precedente amministrazione ricominciato tutto daccapo per poter dare ad una università del Nord, scelta non si sa per quali meriti, contro qualsiasi normativa".

"Quindi Pisanò, ripeto, faccia, lui, la persona seria e da buon presidente del Consiglio, più che fare polemiche, svolga quel'azione di stimolo per quell'amministrazione che ha iniziato male e sta continuando ancora peggio. Pisanò, tra l'altro, farebbe bene a non cambiare idea ogni stagione. Quattordici mesi fa era lui che sparava a zero contro il ministro Fitto ed il sindaco Perrone, oggi, miracolo della politica - conclude -, ha cambiato idea".

Pankiewicz: "Una città alla deriva e senza futuro

Ma intanto, contro il sindaco Perrone, arriva l'ennesima presa di posizione del consigliere del Centro moderato, Wojtek Pankiewicz. "La cosa più avvilente e preoccupante della conferenza stampa di Perrone per presentare la nuova giunta - dice - è stata la totale assenza di un'idea programmatica o politica. Il sindaco ha comunicato, come al suo solito, soltanto come aveva coperto le quattro caselle assessorili rimaste vuote, salvo convocare a breve i giornalisti per fare una conferenza stampa magari, come quella dell'altro giorno, sul logo della carta intestata, oppure sulle penne e le matite che si usano al Comune, sulle merendine, sulle badanti, sulla bulimia, sul circo equestre e su altre amenità di questo genere".

"Con tale sindaco - prosegue -, Lecce è una città allo sbando, alla deriva e senza futuro. Ecco perché insisto sulla necessità di aprire già da ora un grande dibattito in tutti i partiti per individuare persone dotate di serietà, autorevolezza e passione politica, alternative a Perrone, in vista delle prossime elezioni comunali, riscoprendo e rilanciando, nel contempo, nella nostra città, la politica con la P maiuscola mortificata dalla siagurata e insipiente spregiudicatezza perroniana".

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