Amministrative: presentati gli aspiranti sindaci del Movimento Cinque Stelle
Sono cinque i candidati in corsa a Calimera, Veglie, Gagliano del Capo, Maglie e Parabita. A fare gli onori di casa Maurizio Buccarella, senatore, e Diego De Lorenzis, deputato. I pentastellati contestano la proliferazione di liste civiche per racimolare preferenze
LECCE – Sono cinque i candidati del Movimento 5 Stelle che aspirano alla carica di primo cittadino nell’ imminente tornata elettorale che vede al contempo la chiamata per le elezioni regionali e per quelle amministrative.
Antonella Vinci (avvocato) è in corsa a Calimera, Pasquale Cirillo (vigile del fuoco) a Veglie, Vincenzo Caggiula (tecnico informatico) a Parabita, Antonio Izzo (psichiatra) a Maglie e Francesco Ciardo (dipendente pubblico) a Gagliano del Capo. Sono stati presentati oggi, a Lecce, da Maurizio Buccarella e Diego De Lorenzis, senatore il primo, deputato il secondo, ma nell’universo pentastellato erano e restano comuni cittadini.
Il M5S ha vinto in dieci comuni tra cui alcuni molto significativi come Parma, Livorno e Pomezia e vuol continuare a rappresentare un’alternativa, anzi l’alternativa, al “sistema” in cui, sostengono gli esponenti del movimento, destra e sinistra si confondono lasciando solo alle apparenze il compito di riempire i talk show.
Per i Cinque Stelle, lo hanno dimostrato anche tornate recenti, le amministrative costituiscono il banco di prova più difficile perché il voto d’opinione influisce poco o nulla. Pesano le preferenze e la battaglia tra i candidati è spesso senza esclusione di colpi, soprattutto nei comuni del Centro Sud dove la mancanza di occupazione genera endemiche forme di orientamento del consenso che niente hanno a che vedere con la democrazia.
“Il controllo del voto è stato già oggetto di denuncia da parte nostra – ha ricordato Buccarella – e le modalità con cui si esercita le conosciamo bene: basta la promessa per integrare il reato penale”. Da parte del senatore è venuto quindi un monito agli elettori, quasi un invito ad avere un sussulto dal punto di vista della legalità oltre che della moralità: “Svendere il proprio voto per 10, 20, 50 euro non è solo una mortificazione per la dignità di cittadino, ma è anche un reato”.
Sullo stesso punto De Lorenzis ha citato “l’atteggiamento mafioso dei consiglieri uscenti che presidiano i seggi ricordando ora la concessione della licenza commerciale, ora il tagliando per il parcheggio per disabili”. Il Movimento 5 Stelle contesta con forza anche il proliferare della liste civiche che determinano un uso distorto del meccanismo delle preferenze e che mascherano, nei piccoli centri, convergenze altrimenti improponibili. Del resto, hanno spiegato i due parlamentari presenti, che senso ha formare liste il cui programma è esattamente uguale a quello dei partiti della stessa coalizione, se non quello di essere un mezzo per racimolare quanti più voti puntando sul bacino di contatti ora di quel professionista, ora di quell’altro.