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Commissioni, presenze lampo e gettoni: polemiche e nuove regole

Riaffiora puntualmente il tema di una regolamentazione più attenta delle sedute: l'ultimo caso investe il consigliere Roberto Martella

LECCE - Torna d'attualità, a Palazzo Carafa, la questione delle presenze "mordi e fuggi" nelle commissioni consiliari. Si tratta degli organismi che preparano i lavori del consiglio comunale, analizzando i provvedimenti che il governo cittadino intende portare in aula e sollecitando approfondimenti su temi di interesse pubblico.

I componenti, per ogni seduta di commissione, hanno diritto ad un gettone di 38 euro (lorde) fino però al limite di quaranta oltre il quale possono continuare a partecipare ai lavori, ma senza compenso. La questione riaffiora sistematicamente e l'ultimo capitolo riguarda il consigliere Roberto Martella, del gruppo Lecce 2017 relativamente alla commissione Statuto e Affari Generali, presieduta da Rocco Ciardo, del 25 febbraio (in programma alle ore 8.45).

Dal verbale risulta che il consigliere è entrato alle 9.23 e che ne è uscito alle 9.25, alla stessa ora in cui la seduta è stata sciolta per mancanza del numero legale (Martella non è componente di quella commissione, ma in quanto presidente di un'altra - Cultura - vi può partecipare senza che la sua presenza determini il quorum per la validità). Sull'orario di ingresso ne sarebbe nato un diverbio tra il consigliere e la segretaria: Martella - che è docente presso un istituto cittadino - ritiene di essere arrivato sei, sette minuti prima dell'orario verbalizzato e di aver comunque strappato l'attestato di presenza, davanti ai colleghi, che di solito serve come "giustificazione" per l'assenza dal luogo di lavoro. 

Sull'accaduto la dipendente di Palazzo Carafa ha depositato una lettera (indirizzata al segretario generale, al dirigente di settore, alla funzione pubblica di un sindacato) presso l'ufficio Protocollo, raccontando al propria versione dei fatti. Il consigliere ha fatto sapere che il 25 febbraio aveva già abbondantemente oltrepassato il limite mensile delle presenze retribuite, fissato a 40, per cui in nessun caso la sua incursione sarebbe stata legata al gettone di presenza. Già anni addietro Martella è finito al centro di una vicenda analoga, per la quale è stato anche aperto un fascicolo dalla magistratura.

Al di là della diatriba specifica, è chiaro che la regolamentazione delle sedute merita un approfondimento: chiunque frequenti il secondo piano di Palazzo Carafa, dove ha sede l'aula intitolata a Carlo Benincasa, sa perfettamente che l'ingresso e l'uscita dalle commissioni è interpretata piuttosto liberamente e che questo modo di fare, sebbene non necessariamente integri fattispecie di irregolarità alla luce del regolamento in vigore, dal punto di vista politico appare poco opportuno perché genera da parte dell'opinione pubblica una diffidenza sempre maggiore nei confronti degli amministratori pubblici, in un contesto di antipolitica dilagante. 

Una prima occasione per mettere qualche nuovo punto fermo è attesa già nei prossimi giorni davanti al presidente del consiglio comunale, Alfredo Pagliaro, che vuol comprendere come rendere più efficienti i lavori, incontrando dapprima il dirigente e i vari segretari di commissione: potrebbe tornare d'attualità la vecchia proposta della trasmissione in streaming (come avviene nei consigli comunali) di tutte le sedute, naufragata poi per una certa resistenza di molti consiglieri e di presidenti di commissione.

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