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Politica Gallipoli

Pressing su Fasano per le regionali: "Emiliano va sostenuto. Italia Viva fuori luogo"

Il consigliere potrebbe sciogliere la riserva e trovare collocazione nelle liste a sostegno del governatore: “Sono sotto pressione, ma la priorità resta liberare e rilanciare Gallipoli”

GALLIPOLI - Nessuna fuga in avanti, ma tra i papabili candidati al prossimo consiglio regionale nelle file del centrosinistra emerge il nome “pesante” dell’ex sindaco e attuale consigliere comunale di Gallipoli Futura, Flavio Fasano. Dopo le schermaglie e le accuse dirette e reiterate contro il sindaco Stefano Minerva e l’appoggio palese all’ex europarlamentare ed assessore della giunta Vendola, Elena Gentile, alle primarie, si prospetta una clamorosa pax elettorale per consentire l’elezione di un rappresentante cittadino nell’assise della Regione. I rumors cittadini e provinciali lo danno già per acclarato: Fasano, sarà della contesa nella corsa per uno scranno di consigliere regionale. Lui, attualmente consigliere comunale “mortificato” di Palazzo Balsamo, non conferma e non smentisce, ma di certo reputa del tutto anacronistiche ulteriori candidature in pectore al ruolo di Governatore di Puglia, alternative a Michele Emiliano.

Il riferimento diretto è alla compagine renziana di Italia Viva e all'ipotesi paventata di una corsa autonoma alla presidenza in Puglia con l’indicazione dell’attuale ministro all’Agricoltura, Teresa Bellanova. E non solo. A quanti paventano un patto desistenza che vedrebbe l’attuale capogruppo consiliare ed ex candidato sindaco nel 2016 cedere il passo, nelle future elezioni comunali, in favore di una riconferma di Minerva senza ostacoli di Gallipoli Futura, lo stesso Fasano è alquanto chiaro: “Rilanciare e liberare Gallipoli resta e resterà sempre il mio impegno politico primario in ogni sede” precisa Fasano, “sbaglia di grosso, e resterà deluso, chi pensa che nelle prossime comunali Gallipoli Futura, insieme a me, non sarà candidata al governo della città. I gallipolini però devono fare ammenda dei loro errori e la devono smettere di abboccare a lusinghe ed incanti di varia natura per poi perdere, e far perdere alla stessa città, prestigio e dignità civica come già accaduto. Personalmente non ho ancora deciso nulla e molto dipenderà dal pensiero e dalla volontà degli elettori e dal sostegno o meno dei miei concittadini”. E tecnicamente per Fasano una sua eventuale candidatura ed elezione come consigliere alla Regione non precluderebbe la possibilità di ricandidarsi a sindaco della città di Gallipoli, salvo poi optare quale incarico dei due, eventualmente, ricoprire.

“In chiave elezioni regionali non è in discussione che si deve sostenere chi ha vinto le primarie” sottolinea Fasano, “la corsa dei renziani invece sembra un tentativo maldestro funzionale solo al centrodestra. Vi è una grande confusione all’interno di quello che dovrebbe essere il campo progressista o di sinistra resa ancora più accentuata dalla improvvisa quanto bizzarra e solitaria scesa in campo di Italia Viva in pieno contrasto con tutta la coalizione”. Assodato il diniego all’esperienza solitaria in chiave renziana, Fasano non nega l’interesse manifesto per la sua figura come candidato consigliere in quel di Bari, ma senza perdere di vista l’obiettivo politico primario del suo ritorno in campo sullo scenario della politica attiva negli ultimi anni: rilanciare il territorio di Gallipoli. Ma al momento nessuna decisione sembra già presa.  

“Non nego che sono sotto pressione da alcuni mesi e che l’ipotesi di una candidatura alle regionali potrebbe essere fattibile, ma solo nell’ottica di una decisione unanime del gruppo di Gallipoli Futura e soprattutto dalla volontà dei cittadini di puntare su candidati autorevoli, espressione del loro territorio, e non su vuoti a perdere”. Prefigurabile quindi una candidatura in corsa al fianco delle liste a sostegno di Emiliano, dopo la ferma opposizione al pupillo del governatore, il sindaco Stefano Minerva. “Già prima delle primarie si sapeva che le forze politiche del centrosinistra chiamate in campo avrebbero dovuto sostenere il vincitore della consultazione interna” chiarisce Fasano, “quindi il candidato presidente della coalizione è Michele Emiliano e non altri”. Fasano scioglierà la riserva solo tra qualche settimana, ma i ben informati lasciano intendere che il pressing dell’entourage di Emiliano nei suoi confronti non è certo mancato. Soprattutto dopo l’esito delle primarie che ha visto l’affermazione anche a Gallipoli di Emiliano trascinato dai minerviani e da appoggi trasversali (con 1.076 consensi su una platea di votanti di oltre 1500 elettori), ma che ha visto anche il gruppo pro Gentile, supportato da Fasano, raggiungere il picco massimo rispetto al dato provinciale, con 431 voti.

Se l’ex sindaco Ds deciderà effettivamente di sciogliere la riserva (sempre per i ben informati il suo sì sarebbe già stato incassato dal capo di gabinetto del presidente uscente, Claudio Stefanazzi), Fasano, che come consigliere comunale può candidarsi senza lasciare il suo incarico, troverebbe posto in una delle liste di sostegno ad Emiliano. Magari, per coerenza, non in quella direttamente legata al presidente, ma in quelle gravitanti del Nuovo Ulivo che dal Capo di Leuca in sù puntano su candidati di spessore e capaci di eleggere compagini salentine sicure in consiglio.

Ipotesi non tanto peregrine che attendono conferme, e sulle quali Fasano è molto chiaro: “Si vedrà, ma di certo non abbandonerò il lavoro di rilancio politico e amministrativo di Gallipoli che resta prioritario”, conclude il consigliere di Gallipoli Futura, “il sedicente tavolo del centrosinistra, fin dallo scorso settembre, ha voluto procedere alle primarie per selezionare chi si voleva proporre a presidente della Regione, accettando però che chi non vinceva avrebbe dovuto, ovviamente, candidarsi e sostenere lealmente in candidato prescelto: perché Italia Viva o chiunque altro militi nell’area progressista non ha presentato una propria candidatura e non si è impegnato in tal senso? Da uomo di sinistra, di quella sinistra che non c’è, provo tanto sconforto nel vedere un simile gioco di potere che viene posto in essere da quel vecchio più vecchio, che vorrebbe apparire come il nuovo più nuovo, ma che invece cerca solo di accreditarsi ad un’opinione pubblica cavalcando con slogan e frasi fatte un pur esistente malcontento senza però alcuna credibilità che non sia solo autoreferenzialità”.

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