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Prestito al giovane pachistano. A destra scoppia la lite, Noi con Salvini attacca

Il segretario cittadino del movimento critica curia e Comune per il sostegno al "profugo". Fratelli d'Italia replica: "Buona integrazione"

LECCE – A poche ore dall’apertura in via Dalmazio Birago di un’attività commerciale che si occupa di servizi internet e telefonia da parte di un cittadino pachistano grazie al sostegno del “prestito della speranza” della Caritas diocesana, è polemica tra due forze della destra salentina.

Da una parte il movimento “Noi con Salvini” che con il suo segretario cittadino, Mario Spagnolo, critica aspramente l’operazione, dall’altra Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale che la difende come esempio di  buona integrazione. E’ stato infatti un esponente del partito di Giorgia Meloni, il responsabile regionale del Dipartimento Immigrazione e Integrazione, a garantire supporto all’iter procedurale.

Spagnolo attacca frontalmente: “Mentre in città decine di attività commerciali chiudono, intere zone cittadine subiscono la desertificazione commerciale, senza tetto muoiono nei casolari abbandonati e la Procura di Lecce indaga centinaia di persone per usura, segno evidente della difficoltà di accesso al credito per i leccesi, la Curia di Lecce - con il placet dell'Amministrazione Comunale e di molte forze politiche - finanzia l'apertura di una attività commerciale di un ‘profugo’ pakistano. Tale atto, aberrante ed ingiusto, è l'ennesimo provvedimento buonista e di facciata perpetrato a discapito dei leccesi e degli italiani. Ancora una volta assistiamo, attoniti, alla strafottenza che le istituzioni hanno nei confronti dei cittadini leccesi, delle loro necessità e dei loro reali bisogni”.

Il dirigente provinciale di Fdi-An, Giovanni De Luca, replica a stretto giro di posta: “Noi con Salvini, che a volte ragiona con le logiche del pregiudizio, ha probabilmente una scarsa informazione sull'iniziativa imprenditoriale di un cittadino straniero regolarmente soggiornante in Italia e quindi, non un ‘profugo’, che sicuramente è  giunto qui in cerca di un destino benevolo, ma oggi è, a tutti gli effetti, un individuo con precisi diritti e doveri che decide, per una giusta interlocuzione, di avere rapporti con le Istituzioni pubbliche di sicurezza e di cooperazione  e non intercetta, invece, interlocutori delinquenziali”.

Spagnolo però contesta anche il merito del finanziamento:  “Una attività commerciale che non solo non propone nulla di innovativo o positivo per la città ma che - l'esperienza leccese e nazionale ci insegna - ha ricadute tutt'altro che positive sul tessuto cittadino sia in termini ordine pubblico e decoro (si vedano le esperienze di via Duca degli Abruzzi, via Don Bosco, via Reale) che in termini di concorrenza (sleale) con i competitor italiani. Troppo spesso, infatti, questi negozi attuano pratiche commerciali scorrette (in termini di orario e di rispetto delle norme sul lavoro) e diventano il punto di ritrovo di sbandati Per non parlare poi del luogo ove verrà ubicata l'attività una zona di Lecce già vittima di degrado e che già subisce abbondantemente le storture di questa integrazione”.

Anche su questo punto De Luca ha un punto di vista diametralmente opposto: “In realtà, il bazar erroneamente additato da Noi con Salvini, è  un'attività multiservizi quali internet e servizi di telefonia. E’  iscritta presso la Camera di commercio, ma soprattutto è  sottoposta al rischio d'impresa individuale, beneficiaria di un fido non a fondo perduto e da restituire con interessi bancari al quale, senza distinzione di sesso, religione e razza, possono accedere indistintamente gli aventi requisiti. Nulla di più”.

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