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Primarie centrosinistra, Ria: “Da moderato e riformista scelgo Bersani”

Il parlamentare Udc si schiera con il segretario del Pd nella corsa alla leadership di coalizione: "È l'unico che può rilanciare il paese". Bordate al suo partito: "Troppo attendista ed incapace di aprirsi al cambiamento"

LECCE“Scelgo Bersani”. Lorenzo Ria, parlamentare Udc e già presidente della Provincia di Lecce, scende in campo a favore del segretario del Pd nella corsa per le primarie del centrosinistra e pronuncia a chiare lettere il suo favore per il già ministro dello sviluppo economico, non risparmiando nella sua analisi, qualche critica all’atteggiamento “attendista” del suo partito, che in alcuni momenti diventano “bordate”.

“La parentesi del governo tecnico di Monti – spiega -, che è stata essenziale per la salvaguardia della credibilità internazionale dell’Italia in un momento di crisi acuta dell’economia e della politica del nostro Paese, sta per volgere alla sua conclusione. A breve le elezioni politiche e, si spera, la rinnovata legge elettorale, daranno vita ad un nuovo assetto in Parlamento e ad una nuova stagione per le istituzioni”.

Sulle “nuove piattaforme di consenso” cercate dai partiti, in questi ultimi mesi, Ria sottolinea come esse si siano cercate fatto soprattutto attraverso la scelta democratica di affrontare le primarie: “Sia il Pd, che le ha nel suo dna, sia il PdL – afferma -, che tenta così di superare le rotture interne e il fantasma di Berlusconi, hanno abbracciato con convinzione ed apertura questo straordinario strumento di partecipazione che sono le elezioni primarie”.

Il parlamentare sottolinea di aver provato a proporre all’Udc nel Salento lo strumento della consultazione dal basso, come in occasione delle amministrative leccesi: “Ma l’Udc – evidenzia -, sia nel territorio che a Roma, non riesce a comprendere l’importanza del ricorso a questa idea democratica di far partecipare i cittadini alle scelte. Né si è attrezzata, in questi mesi, per costruire un’offerta politica più ampia e più aperta, che coinvolgesse pezzi della società civile, professionisti e giovani che fossero al di fuori della vecchia struttura di partito”.

“Nel 2009 – racconta -, quando ho aderito al gruppo dell’Unione di Centro alla Camera, ho creduto che fosse alle porte una stagione nuova per il centro politico dell’Italia. Ho sperato nella costituente di centro, che riunisse cattolici e moderati per costruire una proposta politica moderna eppure ancorata ad un quadro di valori in cui mi sono sempre riconosciuto. E poi ho atteso, invano, che si costituisse il Partito della Nazione, che doveva essere il nuovo soggetto politico di tutti quegli italiani che non si riconoscevano nel bipolarismo muscolare di Pd e Pdl, né negli estremismi dei loro alleati, la Lega e l’Italia dei Valori”.

Ria precisa come anche l’esperienza del Terzo Polo non abbia portato a niente: “E l’Udc prosegue in solitaria – asserisce -, mentre avrebbe dovuto per tempo cogliere l’apertura che veniva dal movimento di Montezemolo e dai cattolici di Todi e insieme a loro costruire una nuova offerta politica. Perché in questi mesi l’Udc è rimasta aggrappata all’ipotesi Monti senza il coraggio di guardare avanti? Perché non ha seguito il positivo esempio di Pd e Pdl, che nonostante i dissidi interni e le difficoltà operative, hanno comunque dato all’Italia il segnale di un rinnovamento che sta arrivando? Io credo che l’Udc avrebbe dovuto muoversi per tempo, trovare il coraggio di cambiare abito alla sua vecchia struttura di partito e cercare di unirsi a quelle forze politiche che più le sono vicine per valori e battaglie”.

Per l’ex presidente della Provincia, è stata decisiva la vittoria di Crocetta in Sicilia per far ammettere a Casini “la necessaria convergenza dell’Udc con i riformisti, con i quali in questi anni abbiamo raggiunto tanti traguardi comuni in Parlamento, soprattutto contro i provvedimenti del centro-destra di Berlusconi, in materia di giustizia, di fiscalità, di socialità”: “Per non parlare di Cesa – aggiunge -, che ha dichiarato che, se dovesse votare alle primarie, sceglierebbe Bersani! Invece di essere attendisti e capire certe cose solo adesso, avrebbero dovuto fare propria questa grande regola di democrazia per la quale – seppur come voce isolata - ho spinto tante e tante volte, magari partecipando alle primarie del centro-sinistra con un proprio candidato”.

“Oggi – dichiara - sono più che mai convinto che non si può restare per sempre neutrali a ciò che accade, perché il tempo dell’attendismo è finito. Non piace più agli italiani questo tentativo mal riuscito di balance of power che l’Udc ha assunto come strategia ufficiale. Oggi è il tempo di armarsi di coraggio e di fare scelte forti, per il bene del Paese e della politica. Io ho scelto, da moderato e da riformista. E ho scelto di sostenere il segretario del Pd Pierluigi Bersani alle primarie del centro-sinistra, perché in questi anni si è dimostrato guida sicura e responsabile della sua comunità e uomo dello Stato lungimirante e attento, cosicché credo che possa essere la persona giusta per tenere finalmente unito il Paese e costruire - con la buona politica - le basi per la sua ripresa”.

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