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Primarie, urne e… matematica. Adriana ne ha per tutti

Il sindaco uscente a Pankiewicz: "Abbiamo le stesse preferenze? Ma io ero candidata solo come consigliere...". E a Pellegrino: "Il vostro candidato brutalmente scaricato. Ma ha perso tutta la squadra"

Sindaco uscente, nove anni al comando della città, pronta a rivestire la carica di vice e di continuare a dare il proprio contributo, Adriana Poli Bortone inizia ad effettuare una sua analisi sulle operazioni di voto. E ne ha un po' per tutti. Per Wojtek Pankiewicz e la sua disamina matematica applicata alle urne e per Giovanni Pellegrino e la sua dialettica politica applicata al centrosinistra.

"Probabilmente è colpa della stanchezza da impegno elettorale - sostiene Adriana Poli Bortone, rivolgendosi a Pankiewicz -, ma stupisce in ogni caso che una personalità competente ed un docente universitario arrivi a dire di aver conseguito lo stesso mio risultato numerico alle urne, facendo confusione tra la candidatura a sindaco e quella a consigliere comunale". E qui la stilettata: "Vorrei ricordargli che io, da candidata Sindaco, nel 2002 ottenni 42.744 voti. Direi che non considerando circa 40 mila di questi, in effetti abbiamo conseguito lo stesso numero di preferenze". Per la serie: la matematica non è un'opinione. Vi sarà una replica?

In attesa di saperlo, ecco che intanto Adriana Poli Bortone, dopo aver osservato al centro, compie un minuetto verso sinistra e punta verso Pellegrino. "Mi trovo d'accordo sulle sue valutazioni che in un certo modo riguardano lo strumento delle primarie - asserisce -, che non possono essere sbandierate come novità quando portano risultati positivi ed essere discusse quando portano, viceversa, a risultati negativi. La verità è che le primarie sono fatte senza precisi regolamenti e senza garanzia di trasparenza, tant'è che si dovrebbe chiedere il conto di tanti denari profusi. Per dirla con il linguaggio della sinistra, dovrebbero rientrare nell'etica della trasparenza, anche al di là di qualche regola scritta".

"E comunque - prosegue -, o ci si crede oppure non ci si crede, perché altrimenti passano esclusivamente come strumento fittizio di democrazia partecipativa. I contrasti sul punto all'interno del centrosinistra, comunque, si riverberano anche sulla solidità del nascente Partito democratico. E non è bello che al termine della campagna elettorale il candidato sindaco sia brutalmente scaricato dalla sua stessa coalizione che gli addossa le negatività della sconfitta. Considerando - conclude - che è vero che la persona conta, ma che conta anche l'impegno della squadra, che invece mi pare sia stato limitato e comunque deludente nel risultato".

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