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Primo consiglio: abbracci, sorrisi e qualche ruggine

Palazzo Carafa, primo giorno di scuola. Gli auguri del sindaco Perrone: "Lavoriamo per il bene della città". Pisanò eletto presidente, ma Rotundo ritorna sulla questione: "Non siamo stati consultati"

Sala consiliare gremita per il primo Consiglio comunale dell'amministrazione Perrone. Ventiquattro consiglieri di maggioranza, 16 dell'opposizione tirati a lustro sono arrivati a Palazzo Carafa intorno alle 17,30, Baci, strette di mano, ognuno nell'ambito delle proprie fazioni politiche hanno fatto da preludio al primo giorno di scuola per il corposo Consiglio comunale di Lecce: 40 politici, da destra a sinistra, hanno pian piano preso posto dietro gli scranni per attendere l'ingresso del primo cittadino. Che è arrivato in sala alle 18,15. Roba di routine nella prima riunione, come da protocollo: convalida del sindaco e dei consiglieri eletti, poi, l'elezione del presidente del Consiglio, già da tempo individuato dalla maggioranza in Eugenio Pisanò. In attesa del suo "battesimo", che sarebbe avvenuto da lì a poco, ha ricoperto il ruolo Angelo Tondo, il secondo degli eletti in An dopo Adriana Poli Bortone, già assessore.

Una specie di festa, come è giusto che sia stato, tra flash, giornalisti, e il pubblico degli eletti a seguire la prima performance del nuovo esecutivo e gli altri dell'opposizione. Accalcati al di là dell'ovale, con qualche sudatina ascellare di troppo, tutti hanno seguito i loro beniamini attraverso le loro smorfie, i loro tic, le occhiatine che si davano per dirsi l'indicibile da dietro i banchi lucidati per l'occasione. E' la claque di casa che si è guadagnata la complicità nelle sezioni pre-elettorali e che ora vuol vedere i "suoi" sotto i riflettori delle telecamere. Applaudirli. Il resto, i contenuti verranno dopo, semmai.

Il capogruppo dell'opposizione Antonio Rotundo apre ritornando sul fatto che la scelta del presidente del Consiglio avrebbe dovuto coinvolgere direttamente anche la minoranza. "Quella sì - ha detto - sarebbe stata una buona partenza, un segnale nuovo da dare ai cittadini. Ritengo un errore, invece, considerare il presidente del consiglio come il quattordicesimo assessore". Ha replicato il capogruppo di An Paolo Cairo: "E' nella legittimità della maggioranza indicare il presidente del Consiglio e poi se l'attuale opposizione si fosse trovata al nostro posto avrebbe agito né più né meno come noi". Amen.

E via con la votazione del presidente. An e La Città sono lì, una affianco all'altra, con gli strascichi di sempre. Ci sono volute tre tornate per ciascun consigliere prima che l'esito dell'urna desse il responso per Eugenio Pisanò. Ma era tutto nelle previsioni, dato che per eleggere la carica in questione sarebbero stati necessari 26 voti. Cosa impossibile perché se tutta la maggioranza avesse votato lo stesso consigliere il quorum sarebbe stato di 26 voti, tanti quanti sono i consiglieri di maggioranza. Con la terza votazione, invece, sarebbe bastata la semplice maggioranza dei voti. Pisanò è stato infatti eletto con 22 voti della maggioranza (18 sono andati ad Antonio Torricelli, il candidato scelto dall'opposizione, mentre un voto è stato nullo). Applausi calorosissimi.

Il sindaco Perrore ha poi preso la parola per augurare a tutto il Consiglio un buon lavoro per il bene della città. E poi, ha regalato un mazzo di fiori a tutte le consigliere. Occhi lucidi per Adriana Poli Bortone, il vice sindaco che per questa legislatura siederà alla destra di Perrone.

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