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"Priorità ai giovani": Susanna Camusso a Lecce per discutere di diritti

Il leader Cgil ha partecipato all'inaugurazione di un nuovo spazio sindacale e ad un'assemblea presso l'ateneo: "La vera piaga del Paese rimane il precariato"

LECCE – Doppio appuntamento per Susanna Camusso a Lecce. Il leader di Cgil ha infatti partecipato, nel pomeriggio di oggi 16 febbraio, all’inaugurazione dello “spazio diritti”, una nuova struttura di coworking aperta nel cuore del quartiere San Pio e messa a disposizione di freelancer, partite iva, precari e cittadini, giovani e non, al fine di tutelarne i diritti. Camusso non è intervenuta in un momento qualsiasi, ma a ridosso dell’importante campagna referendaria messa in piedi dal sindacato volta all’abrogazione dei voucher ed a promuovere la responsabilità solidale in materia di appalti. Mediante una firma sui due quesiti referendari sarà infatti possibile partecipare alla grande iniziativa democratica che si pone un obiettivo ambizioso: cambiare l’Italia e liberare il lavoro con due “sì”.

“La grande accoglienza che ho visto oggi dimostra, ancora una volta, che cambiare si può – ha commentato il segretario nazionale -; si può lavorare per costruire una prospettiva differente, nonostante il periodo storico sia particolarmente complicato. L’importante è avere chiaro l’orizzonte e l’obiettivo: la nostra priorità rimangono i giovani di questo Paese, alle prese con le difficoltà di accesso e permanenza nel mondo del lavoro. Cgil sta elaborando strategie nuove e guarda ad una nuova politica sindacale più efficace ed inclusiva”.

Alle 18.00 il segretario si è recato presso l’aula magna di Palazzo Codacci Pisanelli per chiudere la conferenza pubblica, promossa presso l’università del Salento, incentrata sui temi dei diritti dei lavoratori e del precariato imperante in ogni settore. Sono intervenuti in ateneo anche il prorettore dell’ateneo salentino, Domenico Fazio, la segretaria generale Cgil Lecce, Valentina Fragassi, Maria Giorgia Vulcano, coordinatrice giovani Cgil Puglia, Pino Gesmundo, segretario generale Cgil Puglia, ed alcuni giovani del territorio che hanno voluto condividere le loro testimonianze.

L’assemblea si è aperta con un video, prodotto dal sindacato, che ha raccolto le interviste fatte ai ragazzi alle prese con le prime, e precarissime, esperienze occupazionali. “Queste sono le storie in cui ci imbattiamo ogni giorno, questa è l’amara terra in cui viviamo e la politica, che fine abbia fatto, non lo so – ha commentato Valentina Fragassi in apertura dei lavori -. L’unica ricetta per uscire dalla crisi, finora proposta dai governi, è quella di tagliare salari e diritti, scatenando una guerra tra poveri mentre i numeri ci restituiscono una prospettiva drammatica: in Puglia sono stati utilizzati 6 milioni di voucher, sintomo dell’ultra precariato che ci affligge, poiché tale strumento, anziché permettere l’emersione del nero, è diventato un modo per aggirare gli ostacoli”.

La disoccupazione è una grave ferita aperta che sanguina: “Le migliori menti ed energie del Salento non trovano alcuna opportunità di crescita. Occorre fare un passo in avanti, servono investimenti concreti da parte dei governi a tutti i livelli – ha aggiunto Fragassi -. Il sindacato, con la Carta dei diritti del lavoro, ha lanciato una proposta importante ed innovativa ma c’è tanto da fare per impedire che i giovani siano costretti ad accontentarsi, in attesa di una svolta che non arriva mai”. Un tasto particolarmente dolente è quello del precariato che affligge il mondo della formazione e della ricerca. “Il sistema universitario è in grave affanno e sotto finanziato – ha confermato il prorettore Fazio -. I dati raccolti dall’Adi hanno evidenziato che il 93,5 per cento degli assegnisti universitari è destinato ad abbandonare la ricerca scientifica. Parliamo di cifre impressionanti che si traducono in un grande spreco di talento e denaro pubblico”.

“A ciò si aggiungano le classifiche che ci vedono ultimi in Europa per la spesa nel comparto dell’istruzione e, guardando più nel dettaglio, esiste una vera questione meridionale – ha proseguito il prorettore -. Il fondo di finanziamento ordinario poi, invece di attenuare le disuguaglianze, ha allargato la forbice tra grandi e piccoli atenei, penalizzando il Sud Italia. Io credo che occorra invertire la logica e ripartire dalla formazione universitaria, dalla cultura e dall’istruzione pubblica”.

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